Usa, il Congresso fa scattare l’inchiesta contro Biden Jr: «Consegni i dossier sui suoi affari»
Tanto tuonò che piovve. La maggioranza repubblicana al Congresso ha infatti fatto scattare l’inchiesta, minacciata da mesi, nei confronti di Hunter Biden. La commissione di sorveglianza ha già formalmente chiesto al figlio del presidente americano di consegnare documenti relativi ai suoi affari. Su di lui grava l’accusa di corruzione. A lanciarla fu Donald Trump sin dai tempi in cui chiedeva a Volodymyr Zelensky, allora appena eletto, di indagare su padre e figlio, vicenda poi sfociata nel Kievgate e nel primo processo di impeachment. Analoga richiesta è scattata per James Biden, fratello minore del presidente, ed Eric Schwerin, socio d’affari di Hunter. Tutti e tre avranno tempo per rispondere fino al 22 febbraio.
Hunter Biden fu accusato di corruzione da Trump
In caso di una risposta negativa si deciderà se emettere un mandato vincolante. Il presidente della commissione, James Comer, ha spiegato che l’inchiesta mira a capire se anche lo stesso Joe Biden fosse coinvolto negli affari della famiglia e se abbia «compromesso la sicurezza nazionale». È qui chiaro il riferimento alla vicenda dei documenti classificati trovati in possesso del presidente Usa. «Il popolo americano – ha aggiunto Comer – ha diritto alla trasparenza riguardo al traffico di influenze da parte della famiglia Biden. La commissione di sorveglianza vuole smascherare gli sprechi, le frodi e gli abusi avvenuti ai massimi livelli del governo. I documenti e le comunicazioni richiesti sono cruciali per questa inchiesta».
L’inchiesta mira al padre
Ma è una richiesta alla quale l’avvocato del figlio del presidente americano, Abbe Lowell, ha già però risposto in modo negativo. Sostenendo che la commissione «manca del potere per richiedere questi documenti ad Hunter Biden, che è un privato cittadino». Si è reso tuttavia disponibile ad incontrare la commissione. I repubblicani però incalzano. Ieri la commissione ha avviato audizioni per indagare sul ruolo di Twitter nel sopprimere l’ormai famoso articolo sui “segreti” contenuti nel portatile del figlio del presidente. I repubblicani non hanno esitato a denunciare l’esistenza, a loro dire, di «una campagna coordinata dei social, dei media di mainstream e dell’intelligence community per sopprimere e delegittimare l’esistenza del portatile di Biden Jr.».