A bordo dell’Ocean Viking 3 terroristi: erano schedati dai servizi. Accolti da Parigi, sono spariti

31 Mar 2023 9:57 - di Elsa Corsini

Tre clandestini schedati come pericolosi a bordo della Ocean Viking. Che a novembre finì sulle prime pagine dei giornali per lo scontro diplomatico tra Italia e Francia. Lo rileva un un rapporto parlamentare di due esponenti dell’Assemblea nazionale.  Ludovic Mendes di Rénaissance (il partito del presidente Macron)  e Julie Lechanteux del Rassemblement national di Marin Le Pen.

Tre sospetti terroristi a bordo dell’Ocean Viking

Tre immigrati, due siriani e un pachistano, erano bollati con la lettera  “S” (Sûreté de l’État). Quella con cui i Servizi  segreti interni francesi segnano le persone potenzialmente pericolose per la sicurezza dello Stato. Come gli altri migranti i tre terroristi  sono scappati dal centro d’accoglienza provvisorio (nella penisola di Giens) messo  disposizione dopo lo sbarco a Tolone. Facendo perdere le proprie tracce.

Il report parlamentare dei lepenisti: scandaloso

“Tre clandestini schedati “S” volatilizzatisi nella natura. E decine di migliaia di euro a spese dei contribuenti francesi. Le richieste d’asilo devono essere analizzate nelle ambasciate all’estero. Come proposto da Marine Le Pen», ha twittato Lechanteux. Denuncialo la potenziale minaccia per la sicurezza dei tre e i gravi problemi psichiatrici di un quarto clandestino. “Non sappiamo dove si trovano ora. Ancora una volta il governo è venuto meno al suo dovere di proteggere i francesi”.

Due siriani e un pachistano schedati con la “S”

Nel database degli schedati “S”  finiscono soprattutto gli islamisti radicali. Ed è probabile che i due siriani e il pachistano appartenessero alla stessa galassia. La parlamentare lepenista ha fornito anche i costi dello di sbarco dei 234 migranti della Ocean Viking per la casse dello Stato. “Voglio ricordare che questa operazione è costata ai contribuenti francesi 123mila euro. Per cibo, trasporti e alloggio. Sono stati mobilitati 3.515 poliziotti e migliaia di euro di spese d’avvocato”. Il collega Philippe Lottiaux, invece, ha invocato uno delle proposte storiche di Marine Le Pen: un referendum sulla politica migratoria della Francia.

La gaffe del ministro dell’Interno Darmanin

E pensare che all’epoca dello sbarco il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, aveva esibito con orgoglio l’accoglienza francese. “Il governo francese – disse polemizzando con Roma – ha dato prova di umanità accogliendo questa imbarcazione, ha fatto rispettare il diritto internazionale, e, da questa mattina, ha iniziato a espellere alcune persone”. Erano solo due. E uno denunciò il trattamento disumano riservatogli da Parigi dopo un esame sbrigativo della sua richiesta d’asilo. Oggi il ministro preferisce tacere.

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