Addio a Robert Blake, il detective tv Baretta. Una vita interrotta dai sospetti sull’omicidio della moglie

10 Mar 2023 10:49 - di Bianca Conte
Robert Blake Baretta

Una carriera che si interrompe all’apice del successo, tra guadagni stellari e premi prestigiosi, con un clamoroso processo per omicidio a Hollywood, scaturito dal giallo sull’assassinio della moglie. E una fortuna guadagnata sui set, andata in fumo in anni di cause e sentenze. Poi l’oblio, punteggiato solo da ricordi. Forse tanti rimpianti. E sicuramente dalle malattie cardiache, che lo hanno portato a una vecchiaia solitaria nella sua casa di Los Angeles, dove l’attore statunitense Robert Blake – che ha interpretato il folle assassino Perry Smith nel film A sangue freddo (1967). E il popolare detective Tony Baretta nella omonima serie tv del 1975-78 – è morto all’età di 89 anni, giovedì 9 marzo.

Addio a Robert Blake, mitico “Baretta” dell’omonima serie tv anni Settanta

Nell’immaginario collettivo, però, Robert Blake, pseudonimo di Michael James Gubitosi, resta per tutti il famoso detective Tony Baretta nell’omonima serie televisiva. Il ruolo della vita per cui l’attore statunitense di origini italiane, conquistò un Golden Globe nel 1976 e un Emmy nel 1975. Ma non c’è stato solo quel personaggio iconico nella carriera di Robert Blake, che esordì come baby attore nella celebre serie cinematografica Simpatiche canaglie, recitando in 40 episodi (1939-1944) come Mickey Gubitosi. Non solo. Oltre ad apparire in numerosi telefilm, l’attore ha recitato anche in una quarantina di titoli sul grande schermo: da La città spietata del 1961 a Ucciderò Willie Kid del 1969.

Su di lui i sospetti dell’omicidio della moglie…

Fino all’ultimo impegno sul set con il film Strade perdute (1997) di David Lynch. Nel mezzo, a pesare come un macigno irremovibile nella sua vita e nel suo curriculum artistico, la notte del 4 maggio 2001, quando Bonny Lee Bakley, moglie di Blake da sei mesi, e madre di sua figlia, venne colpita mortalmente da due colpi di pistola a bruciapelo mentre era seduta nella loro auto dopo che avevano cenato da Vitello’s, un ristorante italiano a Studio City, in California. L’attore si difese dichiarando di essere rientrato, al momento dell’uccisione, nel ristorante per recuperare un revolver che aveva dimenticato.

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