Agatha Christie “sfregiata” dal politicamente corretto: la follia “woke” infierisce sulla regina del giallo
Il politicamente corretto infierisce anche contro la grande Agatha Christie, regina del “giallo” unanimemente considerata una delle grandi scrittrici della narrativa inglese del secondo Novecento. I suoi libri sono dei long seller, i film tratti dalle investigazioni di Hercule Poirot sono dei classici riproposti anche di recente e la serie tv in onda attualmente su Rete4 tiene incollati telespettatori di ogni generazione. Ma l’idiozia della cancel culture non si ferma. E le vestali del linguaggio inclusivo hanno deciso di “ripulire”, di riscrivere i testi della Christie per adattarli alla “sensibilità moderna”.
Riscritti i libri di Agatha Christie
Il vocabolario dei suoi romanzi è stato modificato per eliminare termini come “orientale” oppure l’allusione razziale ad un servitore nero. I gialli che hanno per protagonisti i detective privati Hercule Poirot e Miss Marple, scritti tra il 1920 e il 1976, sono in parte rielaborati con l’uscita delle nuove edizioni in inglese pubblicate da HarperCollins. Un vero e proprio “stupro”.
Agatha Christie: cancellate intere descrizioni dei suoi gialli
Dopo le polemiche legate alle modifiche apportate ai racconti di Roald Dahl, (l’autore di “La fabbrica di cioccolata), e alle spy-stories di Ian Fleming, l‘autore dell’agente segreto 007, i ‘sensitivity readers’ (lettori sensibili) sono intervenuti così su un’altra icona letteraria. Nelle nuove edizioni sono state omesse descrizioni che il pubblico di oggi potrebbe trovare offensive, in particolare quelle che coinvolgono i personaggi che i protagonisti incontrano al di fuori del Regno Unito. I rilievi e le correzioni operate sono assurde. Il Telegraph ha riferito che sono stati tagliati e modificati alcuni riferimenti all’etnia. Ad esempio, la descrizione di un personaggio come “nero”, “ebreo” o “zingaro”; il busto di un personaggio femminile come “di marmo nero” o il “carattere indiano” di un giudice. Sono stati inoltre rimossi termini come “orientale”, la parola “nativi”, sostituita con un più neutrale “del luogo”. Che dire?
Ridicoli i passaggi considerati “pericolosi o razzisti”
Tra le varie idiozie citate dal Telegraph figura una frase del romanzo del 1937 Morte sul Nilo: Qui il personaggio della signora Allerton si lamenta che un gruppo di bambini la sta assillando: «fissano, e fissano, e il loro gli occhi sono semplicemente disgustosi; così come i loro nasi, non credo che mi piacciano molto i bambini». Siamo alla follia.
Una commissione di “lettori sensibilli” sfregia i classici
La fantomatica commissione ha omesso descrizioni che non hanno mai infastidito i lettori di ogni epoca. Se non altro perché i lettori sanno benissimo in quale epoca, cultura e società le opere di Christie sono inserite. Nessuno ha mai trovato offensiva una descrizione solo perché conteneva elementi descrittivi “etnici. Siamo francamente basiti che vengano reclutati “lettori sensibili” ad emendare cose inoffensive obiettivamente. Emendare la frase “statua di marmo nero” è francamente ridicolo . Bisognerebbe mettere al bando anche i libri di storia dell’arte ?Il marmo nero è il materiale di grandi opere d’arte. I lettori accaniti di Agatha Christie non si sono mai risentiti di nulla. Siamo forse lettori “insensibili”? No di certo.
Su twitter c’è indignazione: “omicidio” di Agatha Christie
Semplicemente le opere letterarie andrebbero salvaguardate dall’isteria di pochi occhiuti personaggi che vogliono riscrivere i testi letterari. Chi darà mai la patente di “lettori sensibili” non è dato sapere. Non si indignano per gli insulti e le volgarità che pullulano nel web e non solo e se la prendono col povero Poirot. Esaminano nuove e vecchie pubblicazioni alla ricerca di termini e descrizioni potenzialmente offensive, con lo scopo di migliorare la diversità e l’inclusione nel settore editoriale. Ma sortiscono l’effetto contrario. Il crescente dibattito sull’opportunità di apportare modifiche a libri ormai considerati classici prima o poi li travolgerà. Su Twitter monta intanto la polemica, con alcuni appassionati lettori dell’autrice che parlano di “omicidio” perpetrato contro le sue opere; e chi invoca una marcia indietro mantenendo una edizione originale accanto a quella rivista e corretta.