Anoressia, gli esperti favorevoli alla proposta di FdI: “Giusto punire chi istiga al dimagrimento sui social”
“Giusto redarguire certi personaggi che sui social sono dispensatori di consigli su come dimagrire e perdere 10 chili in tre giorni. O parlano dei i pregi della dieta delle banane. Istigare all’anoressia va contro la salute dei giovani, è come spacciare la cocaina o l’hashish”. Non ha dubbi Maria Chiara Castiglioni, psicologa dell’Unità operativa disturbi alimentari del Bambino Gesù di Roma, commentando la proposta di legge presentata oggi da FdI in Senato.
Anoressia, gli psicologi favorevoli alla proposta di FdI
“Di anoressia si muore – rimarca la psicologa, intervistata dall’Adnkronos Salute – e l’età si è abbassata. Parliamo di 13enni che vogliono diventare sempre più magre per crearsi una identità posticcia. Credo che chi le aiuta in questo debba essere punito”. Poi spiega: “Lavorando sui disturbi alimentari in età evolutiva già sensibilizziamo molto le famiglie a supervisionare l’uso dei social network. Chi è ricoverato non deve usare il cellulare. Oggi le vittime sono più piccole. E non hanno ancora sviluppato una identità e la sicurezza che permette loro di fare scelte consapevoli. Ma inseguono invece l’emulazioni dei coetanei”.
Giusto punire chi istiga ai disturbi alimentari sui social network
Un disegno di legge che punisce chi istiga i ragazzi all’anoressia “può essere una strada da percorrere. Ma con alcuni distinguo”. È il parere di Paola Medde, psicoterapeuta e consigliera dell’Ordine degli psicologi di Lazio. “Molti di questi giovani che usano i social per ‘comunicare’ sono loro stessi vittime dei disturbi alimentari. Quindi può capitare di avere dietro ad un post o ad un video persone fragili”, dice intervistata dall’Adnrkonos Salute. “Quindi, giusto che lo Stato attenzioni questo tipo di comunicazione, ma tenendo presente queste condizioni. Mentre vanno perseguiti i presunti professionisti che propongono diete via social. Spacciandosi per nutrizionisti, che fanno solo del male ai ragazzi. Un fronte sui cui dobbiamo lavorare anche come Ordine sensibilizzando la popolazione”.
Di abulimia e anoressia si muore, il lockdown ha peggiorato la situazione
L’esperta sottolinea anche il ruolo del lockdown per l’emergenza Covid che ha colpito i giovanissimi. “C’è stato un impatto emotivo enorme. Hanno perso qualsiasi punto di riferimento e l’esordio del disturbo del comportamento alimentare non è stato monitorato. Mentre, se interveniamo entro 3 mesi dal suo esordio, la possibilità di successo terapeutico è esponenziale. Invece questi ragazzi sono arrivati nei nostri studi 1-2 anni dopo”, osserva Medde. “Ora ci troviamo di fronte a situazioni particolarmente complesse. Dove adolescenti si sono trovati, stando tutto il tempo a casa, anche in situazione familiari molto brutte”. Infine la psicoterapeuta auspica una organizzazione preventiva. “Una rete che veda uniti gli psicologi a scuola, gli operatori sportivi, i pediatri di libera scelta. E gli insegnanti che possono essere sentinelle dei sintomi di un problema. Poi chi può fare una diagnosi è lo psicologo e il medico. Nessun altro. Neanche un biologo-nutrizionista”.
De Clercq: ben venga la legge, speriamo vada in porto
Plaude al disegno di legge di FdI Fabiola De Clercq, fondatrice e presidente dell’Associazione bulimia anoressia (Aba). Che sottolinea una spinta alla magrezza che fa paura, che coinvolge soprattutto le donne da 13 a 40 anni. “Sono anni che sentiamo parlare di fermare l’istigazione all’anoressia. Era ora che ci fosse un disegno di legge specifico. Adesso speriamo che arrivi in porto, anche perché, mai come ora, il fenomeno sta esplodendo. Abbiamo tantissime 13enni, bambine in pratica, le cui famiglie ci chiedono aiuto”.