Bocchino: vi spiego perché Elly Schlein non è l’anti-Meloni e non è neanche paragonabile…
Il paragone tra Elly Schlein e Giorgia Meloni è privo di fondamento. Meloni – afferma Italo Bocchino in una intervista con Francesco Specchia per Libero – ha riunito il centrodestra e puntato sul criterio di “alleabilità” di Tatarella, che è quello che permette di governare. La Schlein aumenterà di qualche punto l’elettorato del Pd, ma con la sua radicalizzazione a sinistra tende a cancellare l’alleabilità, e completamente, l’idea di “campo largo”: Calenda se ne deve allontanare e Conte deve fare in modo che non gli svuoti il partito…».
E non a caso Bocchino cita Tatarella, per lui una sorta di padre politico e di cui è stato braccio destro. Nella politica della leader della destra italiana vi sono elementi importanti che riconducono all’insegnamento tatarelliano. “Giorgia è, ora, la naturale interprete del pensiero di Pinuccio che credeva nei conservatori uniti di Prezzolini. E una destra unita conservatrice è necessaria per l’Italia e per l’Europa. Te lo dico senza nessun doppio fine: non ho bisogno di favori o di posti, direi che sono sincero”.
Nell’intervista si torna anche sul paragone, fatto da Bocchino, tra Meloni e Merkel. Esagerato, risibile? “A parte il fatto – replica Bocchino – che quando parlai della Meloni/Merkel il giorno dopo un collega inglese mi mandò un articolo che pubblicò The Spectator quattro mesi fa, che diceva la stessa cosa. E la spiegazione è semplice. Tra un po’ alle prossime elezioni europee cambierà l’asse del potere, e sarà formato da Weber e, appunto dalla Meloni. Che in questo momento è ascoltatissima in Europa ed è al 5° posto tra le preferenze per i leader mondiali, superiore a Biden. E tieni conto che Macron è una stella cadente: la legge sulle pensioni fatta scavalcando il Parlamento da noi sarebbe stata da arresto immediato…”.
Autorevolezza e durata del governo, infine, per Italo Bocchino non sono un problema. “Per conquistare autorevolezza un governo ha due chiavi: la politica estera e quella economica. In politica estera Meloni – europeista, atlantista e mediterranea – ha raggiunto un’autorevolezza che non c’era dai tempi di Craxi e di Berlusconi, di Sigonella e Pratica di Mare. In politica economica ha esordito con una manovra a saldi invariati, con lo spread in calo, l’inflazione bloccata, nessuna recessione”.