Bologna, otto indagati per il pestaggio ai danni degli studenti di destra. Ma nessuno si è mai indignato… (video)
Sono otto gli indagati a Bologna per il pestaggio ai danni degli studenti di Azione Universitaria avvenuto lo scorso maggio. Un’aggressione particolarmente violenta, accompagnata da slogan minacciosi come “Tornate nelle fogne” e “Vi uccidiamo tutti”. Episodio di cui certo nessuno ha sentito parlare a differenza della rissa al liceo Michelangiolo di Firenze. E di cui esiste un video postato oggi su Fb dal viceministro Galeazzo Bignami. Con preghiera di diffondere le immagini affinché si prenda atto dell’esistenza dello squadrismo “rosso” che però non fa indignare nessuno.
Il senatore di FdI Marco Lisei si è polemicamente domandato: “Avete mai letto qualcosa a livello nazionale?”. No, forse un trafiletto nelle cronache locali. Perché quando la violenza proviene dai centri sociali è considerato un fatto normale, non notiziabile. Un’eco dello slogan degli anni Settanta “uccidere un fascista non è reato”.
In particolare, come si legge nel capo di imputazione contenuto nell’avviso di conclusione delle indagini, gli indagati, ‘’in concorso tra loro e con altri non tutti meglio identificati, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, rivolgendo minacce con frasi del tipo “tornate nelle fogne”, “siete morti“, “vi uccidiamo“, “ve ne dovete andare“, nonché per mezzo di violenza consistita in calci, spintoni, pugni e strattonamenti, al fine di trame un ingiusto profitto, si impossessavano delle bandiere e delle aste per bandiere detenute dagli esponenti del movimento studentesco “Azione Universitaria”. Uno degli aggressori in particolare si scagliava con violenza da tergo contro uno dei membri del movimento, sfilandogli così la bandiera che lo stesso portava alle spalle’’. Gli altri “nel corso della medesima aggressione, percuotevano Cavedagna Stefano, altro esponente del movimento “Azione Universitaria”, sferrandogli pugni, calci e spintoni e riuscendo così a impossessarsi indebitamente delle aste da bandiera da quest’ultimo detenute’’. Uno degli indagati “supportato dall’azione del gruppo degli altri indagati non meglio identificati, spingeva e colpiva Dalida Ansalone cercando di strapparle una bandiera stretta intorno al petto. Rivolgendo poi la sua attenzione verso altre iniziative del gruppo di aggressori’’.
Gli aggrediti, colpiti con calci e pugni, riportarono lesioni personali con prognosi dai 3 ai 16 giorni. Una ragazza in particolare, fu ‘’colpita con violenza fino a rovinare a terra e sbattere violentemente il capo su una colonna del portico del Teatro Comunale’’. L’aggressione venne immortalata anche da alcune telecamere di videosorveglianza fuori dall’università.