Borse, il fallimento della Svb non fa più paura: rialzo in tutta Europa. Milano è la migliore
Ieri la peggiore, oggi la migliore. Nessuna Borsa più di quella di Milano rende bene il passaggio dal panico all’euforia delle piazze finanziarie europee. Ma tant’è: dopo lo choc causato dal fallimento della Silicon Valley Bank e la discesa in picchiata dei titoli ieri le Borse hanno fatto registrare ovunque in Europa il segno “più”. Tra queste, Milano su tutte, con un recupero rispetto a ieri del 2,4 per cento con lo spread in netta discesa sui 185 punti. Tra i listini più premiati dalla seduta, in testa Interpump (+4,4 per cento) e Generali (+3,6). In recupero anche i principali istituti di credito, ieri fortemente penalizzati: da UniCredit (+4,2 per cento) a Intesa Sanpaolo (+3,4). In fondo chiude in rosso la sola DiaSorin (-0,3) mentre fuori dal listino principale strappa Tod’s (+7%) all’indomani dei conti.
Piazza Affari chiude a +2,4%
Per quel che riguarda nel dettaglio le Borse finanziarie europee, il Cac 40 di Parigi conquista l’1,86 per cento mentre il Dax 30 di Francoforte l’1,82 e il Ftse 100 di Londra l’1,21. L’Ibex 35 di Madrid conquista invece il 2,27 per cento punti e l’Aex di Amsterdam l’1,41. La tempesta finanziaria innescata dal fallimento della statunitense Svb dunque si placa, facendo rapidamente rientrare i timori per un contagio su scala globale.
Borse tranquillizzate anche dai dati dell’inflazione Usa
Il clou della seduta è stata l’inflazione degli Stati Uniti, risultata nelle attese (+0,4 per cento a febbraio), ma ancora troppo alta a giudizio di molti osservatori, che ora scommettono nella prossima settimana un ritocco dei tassi di 25 punti da parte della Fed (dopo lo stop alla stretta monetaria, ipotizzato invece alla vigilia, per arginare l’effetto Svb sul sistema bancario). Il riscatto delle Borse passa anche per Wall Street che viaggia in rialzo nonostante la decisione di Moody’s di tagliare l’outlook del sistema bancario a “negativo”. A dimostrazione che il mercato crede nello scudo alzato da Fed e Dipartimento del Tesoro per tutelare i depositi dei correntisti delle banche regionali in default.