Calenda alla Schlein: “Si va in piazza se c’è un pericolo per la democrazia, non per qualsiasi cosa”

28 Mar 2023 12:09 - di Elsa Corsini

“Una cosa è stare in piazza come è successo in Israele, quando hai una riforma che spacca. Ma io non vedo positivamente il fatto di ‘accendere’ la piazza. Su cosa?”. Parola di Carlo Calenda che striglia il nuovo corso del Pd con Elly Schlein pronta a dare vita a manifestazioni ogni giorno. Tanto per fare rumore.

Calenda a Schlein: non si va in piazza per tutto

È  un modo ideologico di affrontare la realtà. Si va in piazza quando c’è un rischio democratico. Se ci fosse saremmo i primi ad andare in piazza, ma non si va in piazza per qualsiasi cosa”. Davanti  alla stampa riunita alla Camera per presentare quattro proposte del terzo polo (per maggioranza e opposizione) , il leader di Azione si rivolge direttamente alla segretaria del Nazareno. Oggi alle prese con i mal di pancia per l’elezione dei nuovi capigruppo di Camera e Senato. “Mi permetto di dire ad Elly Schlein: ok, 90% stare in piazza. Ma 10% proviamo a fare una proposta sul salario minimo sennò diventa noioso per tutti”.

Basta chiacchiere da bar sul salario minimo

Basta chiacchiere sul salario minimo, dice Calenda. “Finora si è parlato in termini di titoli. Con proposte del M5S e Pd inconciliabili e antitetiche. Ma ci sono soluzioni intermedie, noi non abbiamo il monopolio della verità ma se ne può discutere”. La proposta del terzo polo prevede una legge sul salario minimo a 9 euro l’ora. Comprensivo di tredicesima, tfr, salario differito ed eventuali benefit accessori. Da applicare a tutti i lavoratori dipendenti, saltuari e parasubordinati. I cui corrispettivi economici sono determinati su base oraria indipendentemente dalla tipologia di contrattualizzazione.

“Le alleanze si fanno quando ci sono le elezioni”

La proposta prevede che siano concessi 12 mesi alle parti sociali per definire nuovi Contratti collettivi per i lavoratori attualmente scoperti. E per adeguare al nuovo salario minimo i corrispettivi economici definiti nei contratti vigenti. Sempre nella proposta è previsto l’azzeramento delle imposte sui premi di produttività fino a 6.000 euro annui. Questo il piatto che Calenda e Renzi propongono ai dem e ai 5Stelle riottosi. “Su questo si può trovare una piattaforma comune. Se il M5S non dice ‘prendere o lasciare’ sulla propria proposta. Se si dice disponibile a discutere, noi siamo disponibili a discutere”.

“Pronti a dialogare se i 5Stelle non si arroccano”

Scettico su eventuali e complicate alleanze con le altre opposizioni. “Non chiudiamoci in una stanza per parlare di alleanze futuribili che non esistono. Perché non ci sono le elezioni. E perché su molte cose la pensiamo diversamente”. Poche parole sullo strappo con Renzi quando il terzo Polo va diviso alle elezioni.  Meglio parlare – dice Calenda – di due temi su cui presentare insieme una proposta legislativa: sanità e salario minimo. Ma facciamolo nel dettaglio sennò è chiacchiera da bar.

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