Calenda “apre” a Schlein e lancia l’ultimatum a Renzi sul partito unico: «Decidi entro 7 giorni»
Alla vigilia delle primarie vinte da Elly Schlein pochi ci avrebbero scommesso. Ma tant’è: Carlo Calenda è pronto ad ingaggiare con il suo Pd battaglie comuni. È lo stesso leader di Azione a renderlo noto attraverso un’intervista a Oggi è un altro giorno, programma di RaiUno. «Certo che si possono fare battaglie insieme a Elly Schlein – ha detto -. Non c’è pregiudiziale contro Elly Schlein. Se le battaglie sono giuste, come il salario minimo, si fanno insieme». Un’apertura che metterà di buon umore la neo-leader dem, ma non anche i suoi alleati interni ed esterni. Tanto i primi quanto i secondi, infatti, dietro le fattezze di Calenda non faticano ad intravedere la sagoma di Matteo Renzi. A legarli, dopotutto, è il progetto del Terzo polo.
Così Calenda su RaiUno
La qual cosa, ovviamente, non fa fare salti di gioia né ai “guardiani della rivoluzione“, intesa come nuovo corso del Pd, né, tantomeno, ai 5Stelle di Giuseppe Conte. Tanto più che lo sbocco immaginato da Calenda («io sono per una larga coalizione, che la si smetta di rinfacciarsi di essere fascisti e comunisti») è l’esatto contrario dell’approdo immaginato dalla fazione che si è aggiudicata le primarie dem. Solo sabato scorso Conte e Schlein erano in piazza a Firenze contro il fascismo in agguato. Figuriamoci se possono tessere alleanze stabili con chi ritiene del tutto fuori corso tali suggestioni. Arrivando addirittura a parlare di «clima pericoloso nel Paese», derivante dalla «esasperazione delle parole» fra partiti. «Io a queste cose non voglio partecipare – puntualizza Calenda – anche perché dall’esasperazione delle parole si può arrivare all’esasperazione dei fatti».
«Sono un socialista liberale»
Concetti di buon senso. Ma non esattamente popolari alle latitudini del Pd “targato Schlein“. Ed è tutto da vedere se gli basterà definirsi «un socialista liberale», la cui storia «è di centrosinistra». Di certo è etichetta abbastanza sbiadita per ben rappresentare il partito unico con Italia Viva. Calenda lo vuole fortemente, tanto è vero che ha già inoltrato formalmente al comitato politico la sua proposta. Renzi mostra invece minore intensità. «Lui non fa parte del comitato politico – s’affretta a spiegare il leader azionista -. Gli ho dato una settimana di tempo per rispondermi se la condivide». E non si capisce se parliamo ancora di una proposta o già di un ultimatum.