Calenda: «Su temi cruciali come il nucleare più vicini alla destra che al Pd». Altro che effetto Schlein…

24 Mar 2023 11:05 - di Federica Parbuoni
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Carlo Calenda ha ammesso che su alcuni temi cruciali, come il nucleare, si sente più vicino al centrodestra che al Pd di Elly Schlein. Le dichiarazioni, rese nel corso della trasmissione Mattino 5, non arrivano del resto inaspettate: a chiarire come stiamo le cose, infatti, ci avevano già pensato scelte, circostanze e decisioni, dal diverso atteggiamento verso le piazze fino al voto dell’altro giorno in Parlamento sulle mozioni in vista del Consiglio Ue.

Calenda: «Sui temi cruciali come il nucleare più vicino alla destra che al Pd di Schlein»

«Dall’energia alle primarie, sui temi cruciali Carlo Calenda si sente più vicino alla destra che al Pd di Schlein?», è stato chiesto al leader di Azione, il quale ha risposto «assolutamente sì». «Per esempio – ha precisato – la destra sul nucleare dice e non dice, ma ha votato una nostra mozione in cui si dice con chiarezza che si deve andare verso il nucleare».

Verso il partito unico del Terzo Polo, «ma nei fatti c’è già»

«L’obiettivo di fare politica è migliorare la vita delle persone, se un provvedimento della destra lo condivido, lo voto», ha chiarito Calenda, che parlando del partito unico del Terzo Polo ha detto che «è già fatto». «Il 10 giugno le due assemblee delibereranno la fusione. Ma già oggi funzioniamo come un partito unico», ha precisato, annunciando che «io mi presenterò come segretario, poi voteranno gli iscritti con meccanismo di primarie tra gli iscritti».

La frecciata ai dem: «Far votare i non iscritti alle primarie non ha senso»

«Noi pensiamo che quello che ha senso in un partito non è far votare gli iscritti a un altro partito, come fa il Pd e come è successo alle primarie del Pd quando gli iscritti hanno votato per Bonaccini e i non iscritti hanno ribaltato il risultato. Se io fossi un iscritto sarei arrabbiato», ha concluso Calenda, che, ce ne fosse stato ancora bisogno, non ha fatto altro che confermare quello che era già chiarissimo: il presunto effetto aggregatore delle opposizioni di Elly Schlein è solo l’ennesima storiella buona per i titoli che mirano alla beatificazione.

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