Chernobyl, i cani vicino alla centrale sono mutati geneticamente: lo studio sugli effetti delle radiazioni

9 Mar 2023 13:23 - di Redazione
cani Chernobyl

Gli effetti del disastro di Chernobyl continuano a deflagrare nell’aria. L’ultima conferma arriva dallo studio di un gruppo di scienziati che sta esaminando centinaia di cani risultati geneticamente diversi dal resto della specie. Esemplari nati e cresciuti dopo il devastante incidente alla centrale di 37 anni fa, che vivono all’interno o nelle vicinanze della zona contaminata. Sì, perché come scrive oggi il Tgcom24 in un esaustivo servizio sulla questione, «l’area contaminata dalle radiazioni l’hanno frequentata solo scienziati. Tecnici e… cani» per l’appunto.

I cani di Chernobyl sono geneticamente mutati: lo studio

I randagi che vivono all’interno o nelle vicinanze della struttura, dunque, nati e cresciuti  intorno all’impianto chiuso, vagano tra gli edifici in rovina della centrale dove riescono a trovare del cibo e a riprodursi. E lì che hanno trovato le condizioni – per quanto estreme, per sopravvivere, in quanto geneticamente diversi dai loro simili che vivono a pochi chilometri di distanza dall’area contaminata. Così, un team di scienziati al lavoro sul come e sul perché di questa “anomalia”, si è messo al lavoro per capire passaggi e motivazioni del fenomeno tuttora in corso.

La ricerca partita dal prelievo di sangue eseguito su 302 esemplari

Il punto di partenza dei ricercatori alle prese con lo studio finalizzato, spiega sempre il sito citato, a «trovare risposte per insegnare agli esseri umani come vivere anche negli ambienti più brutali», ha preso le mosse da un prelievo di sangue su ben 302 esemplari, la maggior parte dei quali potrebbe discendere da animali domestici che i residenti sono stati costretti ad abbandonare quando hanno evacuato la zona. «È stata una pietra miliare enorme per noi», ha detto Ostrander, una delle autrici dello studio, Elaine Ostrander del National Human Genome Research Institute». E Ora i ricercatori possono iniziare a cercare alterazioni nel Dna.

I cani di Chernobyl, ora i ricercatori possono iniziare a cercare alterazioni nel Dna

Di più. «Possiamo confrontarli e possiamo dire: “Ok, cosa è diverso? Cosa è cambiato? E cosa è mutato, o come si è evoluto?”», ha aggiunto la Ostrander. Chiosando: «Il prossimo passo della ricerca sarà capire quali cambiamenti genetici dei cani possono essere attribuiti alle radiazioni, e quali ad altri fattori». Una ricerca – la cui prima parte è stata pubblicata sulla rivista Science Advances – che partendo dai cani, si espande dunque ad ampio raggio.

I cani di Chernobyl studiati per capire come l’esposizione costante ad alti livelli di radiazioni influisca sui grandi mammiferi

La dottoressa Kari Ekenstedt, infatti, veterinaria che insegna alla Purdue University – ma che non è tra gli autori dello studio – ha affermato che si tratta di un primo passo per rispondere a domande importanti su come l’esposizione costante a livelli più elevati di radiazioni influisca sui grandi mammiferi. E senz’altro, da questo punto di vista, il disastro del 26 aprile 1986 – quando un’esplosione e un incendio alla centrale elettrica ucraina di Chernobyl provocarono la fuoriuscita di ricadute radioattive nell’atmosfera – è a ragione ritenuto il più grave incidente della storia dell’energia nucleare. E il primo evento da cui partire per ricerche e analisi come questa.

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