Comunisti brutta gente: si ride e si canta solo su loro ordine. La ridicola polemica su Salvini, Meloni e De André

11 Mar 2023 12:45 - di Francesco Severini

Festeggiare i 50 anni di Matteo Salvini è stato un atto “sbagliato, indecente, disgustoso, vergognoso”… o almeno così la pensano i soloni di sinistra. Indignati ancor di più dal fatto che c’è un video in cui Meloni e Salvini, durante quella festa cui ha preso parte anche Berlusconi, cantano insieme Fabrizio De André, e più esattamente la Canzone di Marinella.

Un ardire che una nota giornalista gossippara, S.L., bacchetta con un fremito di indignazione: e pensare – ci fa sapere – che Marinella era una migrante calabrese. Non ci avete mai pensato, non ci avete mai riflettuto quelle centinaia di volte che l’avete ascoltata o cantata quella canzone? Mannaggia a voi, meno male che c’è S.L. La canzone, del resto, è ispirata a una notizia di cronaca nera, una prostituta uccisa, che De André rielabora poeticamente. La realtà dell’immigrazione non c’entra proprio nulla: il cantautore genovese cantava storie di emarginazione sulle orme di Georges Brassens. Ma al di là di questo, non c’è libertà di cantare ciò che si vuole a una festa privata che non era un evento pubblico? No, i luogocomunisti ti dicono anche cosa devi cantare, e quando è lecito ridere.

Supera se stesso, in questo senso, Massimo Giannini, con un tweet che gronda dolore, indignazione, scandalo. “Cantano la “pietas”, col poeta degli Ultimi. Nel giorno sbagliato. Nel posto sbagliato“. Bocciatura totale. E una follower, ancora più esaltata di lui, chiosa: ma come? C’è anche il verso “nel fiume scivolavi”, che vergogna. Come non hanno pensato ai morti di Cutro?

 

Giannini ci pensa sempre. Dal 26 febbraio è in lutto. Inconsolabile. Se ha un cedimento nel ruolo di prefica c’è la vice, Annalisa Cuzzocrea. E’ tutto un lacrimare, tutto un sospirare. Tutto un tiro di peluche contro gli “indifferenti” al governo. Che bella contestazione, ha commentato Nadia Terranova. Peraltro un gesto copiato dai tifosi che in Turchia hanno tirato peluche allo stadio per rendere omaggio ai bimbi terremotati. Un omaggio ai bimbi morti che diventa contestazione politica. Uno stravolgimento.  Ma che piace tanto a Lucia Annunziata: che bel segnale tirare i peluche contro le macchine dei ministri con i vetri oscurati come quelle dei dittatori sudamericani. Sì, ha scritto così. E’ tutto vero. Sarà il delirio del lutto…

Dunque come si sono permessi, Salvini e Meloni, di cantare? In tutto questo ieri sera a Propagandalive il conduttore Zoro ha mostrato un video in cui lui, Elly Schlein e Giuseppe Conte si sganasciano dalle risate al corteo antifascista di Firenze del 4 marzo. Due giorni prima la segretaria dem era stata a Crotone, nel giorno in cui era in visita Mattarella, aveva visto le bare dei naufraghi annegati. Aveva parlato con i parenti delle vittime. Si era comprensibilmente addolorata. Eppure due giorni dopo eccola che ride a crepapelle, col sodale Giuseppe Conte. Come si è permessa? Beh, che ci volete fare. Solo i buoni possono ridere. Solo i buoni possono cantare. Solo la premier finlandese Sanna Marin può andare alle feste. Ai cattivi resta solo il ghigno della “faccia feroce”.

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