Conte in imbarazzo per la presa di posizione della Schlein: «Non si può essere d’accordo su tutto»

6 Mar 2023 13:33 - di Chiara Volpi
Conte

Alla prima uscita, Giuseppe Conte ed Elly Schlein dimostrano che la loro à tutt’altro che un’alleanza nata sulla base di un idem sentire. La nuova leader del Pd, dopo aver pontificato sul pacifismo versione arcobaleno, ha dovuto ammettere che le armi in Ucraina vanno inviate. E a Giuseppi non è rimasto altro che metterci una pezza, dimostrando che stanno mettendo in piedi un’Armata Brancaleone che non ha né capo né coda..

Conte: «Con le opposizioni non siamo sulle stesse posizioni su molti temi»

Sì all’jnvio di armi in Ucraina, quindi. Conte, spiazzato, ne ha preso atto. E nella lectio La politica estera del M5S, tenuta alla 24 Ore Business School, ha provato a replicare a distanza alla neo-segretaria del Pd. Ma ha preferito non essere altrettanto categorico e tranchant. Allora, prima si è trincerato dietro una generica considerazione che è suonata tanto come un “appello”: «Se le opposizioni si ritrovassero unite potrebbero auspicare maggiore incidenza e condizionamento sulle linee di politica estera del governo. Ma non siamo sulle stesse posizioni su molti temi. Sulla migrazione forse c’è maggiore possibilità di convergere in una logica di gestione dei flussi». Poi ha improvvisato la supercazzola, con cui ha provato a mettere un pezza a colori con cui coprire la distanza – fin qui rivendicata dai 5S e dal loro leader – sul fronte dell’invio delle armi in Ucraina.

E sull’Ucraina Conte prova a metterci una pezza…

Un fronte sul quale ha ribadito a più riprese la sua contrarietà. E che oggi, alla luce della posizione ufficializzata dalla Schlein, lo ha portato ad asserire: «La nostra posizione è chiara: sostegno all’Ucraina. C’è un’aggressione ingiustificata e brutale, siamo dalla parte di Kiev. Abbiamo dato subito disponibilità alle sanzioni, a fornire aiuto umanitario e militare». Ma «con il M5S ci siamo accorti subito che dire “appoggiamo l’Ucraina ma siamo pacifisti” non poteva funzionare. Però il tema è che gli aiuti militari andavano coniugati da subito con uno sforzo diplomatico costante e serio. Se questo tavolo non si costruisce, l’unica strada è quella dell’escalation». Poi ad incalzare: «Non manderemo jet? Chi lo dice? Poi c’è la prospettiva delle truppe, il conflitto nucleare…».

E a chi si chiedeva cosa avrebbe detto il leader 5S dopo la Schlein da Fazio…

«Una prospettiva che non ha via d’uscita – ha quindi sentenziato Conte – e sulla quale dobbiamo interrogarci. Questo non significa avere un atteggiamento filo putiniano o fare concessioni alla Russia, ma andando avanti così otterremo solo distruzione e pagheremo un prezzo altissimo». Una requisitoria insomma, quella dell’avvocato, che risponde all’interrogativo retorico lanciato in queste ore dal vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, che, dopo le dichiarazioni della Schlein sul tema, si è posto la domanda: «Cosa dirà Conte?». Concludendo poi: «È presumibile che il 22 marzo la fresca alleanza fiorentina con Conte si spaccherà in Parlamento – ha ipotizzato Antoniozzi – a conferma dell’assenza completa di un’alternativa di governo nel fronte progressista».

 

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