Coppie gay, Sala dà forfait alla piazza e attacca la sinistra: «Servono leggi, dovete metterci la faccia»

16 Mar 2023 9:06 - di Viola Longo
sala

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha annunciato che non sarà alla manifestazione delle associazioni Lgbt che si svolge sabato nella sua città sul tema delle trascrizioni dei bambini delle coppie gay, alla quale invece prenderà parte Elly Schlein. Il no di Sala, che invece ha assicurato che sarà alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa indetta dalle associazioni, è un manifesto atto d’accusa alla sinistra parlamentare – dem in testa – che ora sbraita contro la destra che «odia i bambini», ma che nei lunghi anni in cui è stata al governo del Paese non ha dato seguito ai suoi proclami, collezionando solo fallimenti nel tentativo di introdurre surrettiziamente, attraverso le leggi presentate, un’apertura all’utero in affitto, che era e resta il vero nodo di questa faccenda.

Sala suona la sveglia alla sinistra: «Ora metteteci la faccia»

«Io ci metto sempre la faccia ma vorrei essere certo che soprattutto la mia parte politica poi faccia il suo. Vorrei che il Parlamento e in particolare la nostra parte politica si esponesse. Dicano quello che vogliono fare», ha detto Sala rispetto alla manifestazione, indetta dopo che la Cassazione ha imposto uno stop alle trascrizioni dei figli delle coppie gay che lui aveva autorizzato. Un altolà che la sinistra imputa strumentalmente al governo, ma che, come il voto contrario del Senato al recepimento della proposta di regolamento Ue sulla genitorialità, discende direttamente dalle leggi in vigore e, in particolare, da quelle che proibiscono la pratica dell’utero in affitto.

L’ammonimento della Cassazione sulle «donne usate come strumento per funzioni riproduttive»

Il nodo è tutto lì, come evidenziato anche dalle Sezioni Unite della Cassazione nella sentenza sulle trascrizioni: il punto non è l’orientamento sessuale dei genitori, ma il processo che ha portato al concepimento del bambino. Un tema ineludibile rispetto al quale la stessa Corte, ricordando che l’utero in affitto è «una pratica vietata in assoluto» e aprendo invece all’adozione, ha sottolineato anche che «nella gestazione per altri non ci sono soltanto i desideri di genitorialità, le aspirazioni e i progetti della coppia committente. Ci sono persone concrete. Ci sono donne usate come strumento per funzioni riproduttive, con i loro diritti inalienabili annullati o sospesi dentro procedure contrattuali».

Ma la sinistra si guarda bene dall’affrontare il tema dell’utero in affitto

Altro, dunque, che «non si capisce perché la destra ce l’abbia così tanto con i bambini e le bambine», come ha detto Schlein. Il tema qui è non è l’odio nei confronti dei bambini, ma il disprezzo nei confronti delle donne, che la sinistra da sempre maschera, mistifica, cancella, evita di affrontare, rifugiandosi nella comfort zone della destra nemica dei diritti. A sinistra sono liberi di pensare che l’utero in affitto sia una pratica di civiltà o, per lo meno, che i diritti e la dignità delle donne “usate come strumento per funzioni riproduttive” siano secondari rispetto al desiderio di alcune coppie di avere figli biologici a tutti i costi, ma dovrebbero per lo meno avere il coraggio di affermarlo. E di essere consequenziali, senza scaricare sui sindaci, come di fatto ha lamentato Sala, l’onere di sobbarcarsi questa battaglia.

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