Cutro, Foti smaschera l’ipocrisia della sinistra: “Migranti lasciati per anni in balia dei trafficanti”
Riprendere in mano la gestione dei flussi migratori, contrastando l’osceno «mercante in fiera» dei trafficanti con i corridoi umanitari e i corsi di formazione nei Paesi di partenza. Il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, torna sulla necessità di politiche strutturali e di ampio respiro per evitare tragedie come il naufragio di migranti di Cutro. Un evento che genera «emozione e senso di impotenza» e che, purtroppo, «non è un episodio». «Negli ultimi dieci anni nel Mediterraneo sono morte 25mila persone», ha ricordato l’esponente di FdI, avvertendo che «lasciare tutto in balia delle carrette del mare, che diventano taxi della morte, è un sistema che non funziona, che va bloccato».
Foti: «Il Cdm a Cutro è il contrario della rimozione»
«Tradizionalmente rimaniamo molto colpiti dalle tragedie la prima settimana, poi pian piano s’impone la teoria dello “scansa morto” e tutto si rimuove. Il Consiglio dei ministri a Cutro è il contrario della rimozione», ha chiarito Foti, confermando poi in un’intervista a La Stampa che la destra ha le idee chiare su come affrontare il fenomeno in un modo che possa essere efficace nel tempo: fermare i trafficanti, sia aiutando le persone che vogliono partire a capire i rischi cui vanno incontro affidandosi a questi banditi sia offrendo loro vie legali per l’ingresso.
«Il problema sono i banditi del mare, vanno fermati»
Anche il Papa, ha ricordato Foti, «dall’alto del suo magistero, diverso dalla tribuna politica, arriva alla nostra stessa conclusione: il problema sono i banditi del mare. I pirati di una volta rispetto a questi erano signori. Vanno fermati». Ai migranti si deve quindi dire «”attenzione”, perché salite su imbarcazioni che sai come parti e non sai come arrivi», ha proseguito il capogruppo di FdI alla Camera, ricordando che «qualcuno sta facendo della pubblicità a questi viaggi, per dire portiamo vi portiamo di qui e di là, c’è anche un prezzorio sui social. Noi questo mercante in fiera dobbiamo avere il coraggio di limitarlo e poi azzerarlo. Con i corridoi umanitari, che portino l’Europa a farsi carico di queste vicende».
La necessità di corridoi umanitari e formazione per i migranti
«L’immigrazione è un dramma, perché nessuno vuole lasciare il proprio Paese, ma anziché lasciare la scelta agli scafisti, si potrebbe formare nelle zone da dove partono le persone che vengono in Italia attraverso i corridoi umanitari, così arriverebbero già pronte per lavorare. Se mi serve un cameriere ma non sa l’italiano come fa a lavorare? Certo, non è una cosa che si fa in tre giorni», ha proseguito Foti, che rispetto alle polemiche sulla presunta scelta di non salvare i migranti di Cutro ha avvertito che «bisognerebbe rispettare chi svolge l’a attività di soccorso meritoriamente».
«Buttarla in politica non giova a nessuno»
«Buttarla in politica non giova a nessuno, nemmeno a chi pensa di trarne un beneficio in termine di sondaggi. Un’opposizione che quasi ogni giorno chiede le dimissioni di un ministro diventa un disco rotto, un esercizio banale e inutile davanti a un governo con una maggioranza così larga», ha poi ricordato Foti, difendendo il ministro Piantedosi: «Bisogna capire lo stato psicologico di una persona davanti a quella tragedia. I ministri politici in genere pesano ogni parola perché hanno esperienza, tendono ad arrotondare. I ministeri tecnici hanno un altro ruolo e lo svolgono in un altro modo, si esprimono diversamente dai politici».
L’allarme fascismo lanciato da Firenze? «Non offendiamo l’intelligenza degli italiani»
Infine Antonio Bravetti, che firma l’intervista, ha chiesto conto a Foti del suo commento sulla manifestazione di Firenze, rispetto alla quale ha parlato di «fascismo immaginario». «Non prendi il 45% dei voti perché la gente pensa “finalmente arrivano quelli col manganello”. Non offendiamo l’intelligenza degli italiani», ha concluso il capogruppo di FdI a Montecitorio.