Da Richard Gere a Fedez, tutti all’arrembaggio della causa buonista: la carica degli influencer delle Ong
Migranti, il flusso di arrivi è continuo e inesorabile. La nave Louise Michel, finanziata da Banksy, sottoposta a fermo amministrativo scatena la tempesta mediatica. Mentre Lampedusa incamera oltre 3300 tra profughi e naufraghi soccorsi e approdati solo nelle ultime ore. Ma divi di Hollywood, rapper, e scrittori all’arrembaggio continuano a cavalcare la causa, accreditandosi come i nuovi influencer delle Ong…
Ong e migranti, un flusso di arrivi ininterrotto
Intanto, dalla Turchia alla Tunisia (che ha dato la stura alle partenze), l’Italia è nel mirino di trafficanti, scafisti e organizzatori di viaggi “fai da te” che, dai valichi di frontiera nel nord-est ai porti del sud presidiati da navi Ong, caicchi e barconi improvvisati, la morsa a tenaglia si stringe sul Belpaese, meta attrattiva e quasi in esclusiva presa di mira senza tregua.
L’intervento del ministro Piantedosi
Tutto, rigorosamente, con il beneplacito di quello che il ministro Piantedosi – finito nel girone dantesco delle polemiche scatenate dai buonisti all’arrembaggio anche della più ovvia delle constatazioni – ha definito «il fattore attrattivo di un’opinione pubblica che annovera l’accettazione di questo fenomeno».
Il «diritto a non migrare»
Un fenomeno che, come scrive oggi anche Il Giornale, conta su diversi alfieri illustri dell’accoglienza coatta, il cui approccio al dibattito non prevede neppure in linea teorica il «diritto a non migrare» e a restare nella patria d’origine. Sono gli influencer di ultima generazione. Artisti, cantanti, attori e giornalisti di grido…
La causa delle Ong e i social
Sono quelli che – provenienti dal mondo dell’arte piuttosto che dello spettacolo in senso lato –. Sono i crociati del terzo millennio che a suon di storie su Instagram, orazioni retoriche affidate a brevi cinguettii o lungi post su Facebook, perorano la causa a prescindere da se e da ma. Da soluzioni intermedie e, meno che mai, da cambi di rotta rispetto al passato.
Ong e Guardia costiera
L’ultimo caso, allora, che fa da detonatore alle polemiche, è quello del fermo della nave di Banksy bloccata nel porto di Lampedusa per aver violato il decreto Piantedosi. Uno stop dettato da mere logiche di sicurezza e dalla necessità di non intralciare e far inceppare la macchina dei soccorsi.
Il perché dello stop alla nave di Banksy
Servito soprattutto – come ha spiegato la Guardia costiera e come sottolinea anche il quotidiano diretto da Minzolini – a scongiurare «che la stessa prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso».
La carica dei proseliti di un generico “buonismo”
Nave e passeggeri messi in sicurezza dal fermo, ma che non eviteranno di infrangersi contro lo scoglio dell’ideologia buonista professata da Napoli a Hollywood, passando per Largo del Nazareno e dintorni. Da Saviano al Richard Gere in primo piano sul caso Open Arms.
Gli influencer delle Ong
Senza escludere la tappa milanese dei rapper che, come ricorda Il Giornale, «dalla boutade, per ora solo quella, di Fedez. Al finanziamento di Ghali alla Mediterranea Saving Humans», affollano una flotta che inneggia a un generico buonismo all’insegna del “forza venite gente”, che si declina sempre peggio alla realtà del momento. Alla cronaca dei naufragi e delle morti in mare…