“È stato come rinascere”, 83enne cieco recupera la vista con un eccezionale intervento alle Molinette di Torino
Un 83enne che vive in provincia di Torino è rinato: è stavolta ha dalla sua anche la vista. Quel senso che aveva perso ad appena 6 anni, quando due gravi e diverse patologie lo avevano reso cieco. Oggi infatti, grazie a un eccezionale intervento, eseguito per la prima volta al mondo all’ospedale Molinette di Torino, il paziente è riuscito a recuperare la vista all’occhio destro che, già a due settimane dall’intervento (durato 4 ore), gli permette di riconoscere gli oggetti, i volti e di muoversi autonomamente. Non a caso, il primo commento dell’uomo è stato: «Al risveglio, quando ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano, è stato come nascere di nuovo»…
Torino, 83enne cieco recupera la vista con un “auto-trapianto”
La felicità che traspare dalle prime parole di E. B. è la stessa che la comunità ospedaliera e l’opinione pubblica condividono per quello che è uno dei più grandi successi della scienza medico-chirurgica. Dunque, a conseguire il risultato che rappresenta un significativo punto di arrivo, ha lavorato una équipe d’eccellenza. Una squadra costituita dal professor Michele Reibaldi, direttore della Clinica oculistica universitaria dell’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, oltre che esperto chirurgo retinico. Insieme al professor Vincenzo Sarnicola, presidente della Società italiana della cornea e della staminalità della superficie oculare (Sicsso) e consigliere del direttivo della Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso). Coadiuvato dalla collaboratrice Enrica Sarnicola.
L’eccezionale intervento all'”Ospedale Molinette” di Torino
Come riferisce nel dettaglio l’Adnkronos, il paziente aveva perso da 30 anni la vista all’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile. E nell’ultimo decennio aveva progressivamente perso la funzione visiva anche dell’occhio destro, ma per una patologia cronica rara (pseudo pemfigoide oculare), che ha distrutto la cornea e purtroppo anche la superficie oculare. Negli ultimi anni il paziente aveva affrontato per l’occhio destro due trapianti di cornea tradizionali a tutto spessore. Entrambi però falliti rapidamente per la mancata funzionalità della superficie oculare.
Torino, 83enne cieco recupera la vista: è il primo intervento al mondo di questo tipo
«Normalmente la cornea presenta un tasso di rigetto molto più basso rispetto ad altri organi vascolarizzati. Ma in presenza di un’alterazione diffusa di tutta la superficie oculare, come nel caso del paziente, questo rischio diventa altissimo – spiega Sarnicola –. In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto». Ma l’equipe chirurgica non si è persa d’animo, e ha esperito un tentativo diverso: il primo mai realizzato finora.
Tramite un autotrapianto di cornea, allargato a sclera e congiuntiva, il paziente ha riacquistato la vista
Nell’intervento che ha restituito la vista all’uomo, dunque, per la prima volta al mondo è stato realizzato un autotrapianto dell’intera superficie oculare, prelevata dall’occhio sinistro. Una parte comprendente non solo la cornea, ma anche una parte di sclera e tutta la congiuntiva comprese le cellule staminali del limbus. «In estrema sintesi il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell’occhio sinistro. Mentre l’occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero, che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali – rimarca Reibaldi –. Così, abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola, perché notissimo nel mondo per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali».
L’83enne, cieco dall’età di 6 anni, recupera la vista che aveva perso a causa di due diverse patologie
«Abbiamo eseguito l’intervento prelevando dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva. Tutta la cornea. E due millimetri di sclera, in un unico pezzo – raccontano Reibaldi e Sarnicola –. In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato auto-trapiantato nell’occhio destro. Il quale, quindi, è stato ricostruito ed è tornato a vedere». «La vera novità consiste – precisa in conclusione Sarnicola – nell’aver allargato il trapianto corneale all’intera superficie oculare, ai tessuti congiuntivo-sclerali, che giocano un ruolo fondamentale nel permettere il successo del trapianto in condizioni particolari, come nel caso del nostro paziente. Allo stesso tempo, l’occhio sinistro è stato ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico».