Errori sul Covid, bufera su Pd e M5S: indagati gli ex ministri Speranza, Grillo e Lorenzin
Le indagini avanzano, il cerchio si stringe e le responsabilità politiche sulla gestione dell’emergenza Covid finiscono nel mirino dei giudici, che individuano negli ex ministri della Salute, anche quelli precedenti all’esplosione del coronavirus nel mondo, i possibili responsabili di errori che potrebbero aver contribuito alla strage originata dalla pandemia dilagante. Il ministro della Salute Roberto Speranza, all’epoca di Articolo 1, oggi nel Pd, e i suoi predecessori Giulia Grillo (M5S) e Beatrice Lorenzin (Pd) sono infatti indagati per omissione in atti d’ufficio in uno stralcio romano dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid nella provincia più colpita dal virus. In particolare, sono indicati come “responsabili dell”omessa istituzione, rinnovo del Comitato Nazionale per la pandemia”. Il trasferimento a Roma è motivato dalla competenza territoriale.
Indagate 11 persone per la gestione Covid, tra cui Speranza, Grillo e Lorenzin
In totale sono 11 gli indagati presenti nel fascicolo trasmesso a Roma a metà novembre del 2022. Oltre a Speranza, Grillo e Lorenzin, è finito nello stralcio anche il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, ma per lui l’ipotesi è di truffa in riferimento a erogazioni pubbliche, vicenda probabilmente legata ai tamponi. Nell’atto vengono indagati e indicati come “responsabili per i dati falsi comunicati a Oms e Commissione Europea attraverso appositi questionari” l’ex numero due dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) Ranieri Guerra e quattro ‘tecnici’ del ministero della Salute (Claudio D’Amario, Francesco Maraglino, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio). Guerra deve rispondere anche del “mancato aggiornamento del piano pandemico e dell’omessa definizione dei piani di dettaglio”. Con lui sono indagati per rifiuto in atti d’ufficio anche l’allora direttore generale della Prevenzione del Ministero della salute Giuseppe Ruocco e i direttori dell’ufficio 5 che si sono succeduti ossia Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino.
Le reazioni dei destinatari dei provvedimenti
“Non sono stata informata. Non so nulla, dunque non posso rilasciare dichiarazioni”, dice all’Adnkronos Salute l’ex ministra della Salute, Giulia Grillo in merito alla notizia dell’arrivo a Roma del fascicolo inviato dalla procura di Bergamo. “Ancora non mi è stato comunicato nulla”, ma “comunque i questionari dell’Oms sono stati compilati dai capiufficio”, è invece il commento all’Adnkronos Salute di Ranieri Guerra, ex direttore generale dell’Ufficio di Prevenzione del ministero della Salute e già direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità.
“Fare i tamponi a tutti adesso è la cazzata del secolo“, scriveva Ranieri Guerra, secondo gli atti dell’inchiesta, in una chat con il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro che replicava: “No, è ognuno va per conto suo”. La conversazione, inserita negli atti della chiusura inchiesta della procura di Bergamo che ha indagato sulla pandemia, risale al 15 marzo 2020 quando il virus stava accelerando la sua corsa, i tamponi scarseggiavano e non era chiara la linea se usarli solo chi avesse sintomi o per tutti. In un altro messaggio, di qualche ora dopo, Guerra aggiunge: “Ho parlato con Galli, poi, e gli ho detto di desistere dal proporre scemenze come tamponi per tutti…ha convenuto, spero…a domani”.
Il Tribunale dei ministri archivia le accuse
Il Tribunale dei Ministri di Roma ha invece archiviato la posizione dell’ex premier Giuseppe Conte e degli ex ministri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede, indagati in seguito a diverse denunce da parte di associazioni e cittadini, tra cui l’avvocato Carlo Taormina e il Codacons. La Procura aveva chiesto l’archiviazione. “Non è possibile ipotizzare e individuare violazione di regole cautelari generiche o specifiche nell’operato del Governo nel periodo preso in considerazione dalle denunce” sottolineano i giudici.