Farnetani: no alla cancel culture sui libri per ragazzi, non ha alcun vantaggio educativo
Nessuno tocchi i grandi classici della letteratura per bambini. Parola di pediatra. L’ultima operazione di revisione in ottica ‘politically correct’ – via tutte le parole come “grasso” o “brutto” da pagine che hanno appassionato generazioni di piccoli lettori – è stata annunciata dalla casa editrice britannica che edita i libri di Roald Dahl, d’accordo con gli eredi dello scrittore che ha vergato best seller come ‘Matilde’, ‘La Fabbrica di cioccolato’, ‘Il Ggg’, ‘Le streghe’ (dal quale sono spariti anche riferimenti sul genere ritenuti sessisti). In passato, nel 2021, era toccato ai simpatici animali protagonisti dei libri di Richard Scarry, rieditati a prova di pari opportunità uomo-donna e spogliati di ogni stereotipo.
Così la “bella gattina hostess” diventa semplicemente “assistente di volo”. In cucina la signora coniglio ha messo ai fornelli la sua dolce metà maschile. E non è più mamma, ma papà gatto a spingere il passeggino. Basta topini in canoa vestiti da nativi americani, e alla finestra di un palazzo a fuoco ad attendere i soccorsi non c’è più una “bella signora urlante”, ma un più asettico “gatto in pericolo”. Questa sorta di ‘cancel culture’ non convince Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta.
“La modifica di parole o frasi dai testi della letteratura danneggia l’arte e la trasmissione della cultura, perciò della civiltà, senza avere nessun vantaggio educativo”, evidenzia all’Adnkronos Salute l’esperto che propone invece una “lettura accompagnata” e “commentata” di queste opere. L’operazione sui classici di Roald Dahl non ha convinto neanche in Uk la regina consorte Camilla: secondo i media, infatti, ci sarebbe il suo intervento in difesa della libertà di espressione dietro la piccola retromarcia della casa editrice, che ha deciso di lasciare a disposizione dei lettori sia la versione originale che quella censurata. Farnetani osserva: “Sembra di essere tornati al 1565 quando Daniele da Volterra ‘censurò’ il Giudizio Universale di Michelangelo”, coprendo le nudità di alcune figure. Allo stesso modo, ai libri dei bimbi si sta applicando la logica della “foglia di fico”.
L’azione postuma dei ‘sensitivity reader’, nuove figure in voga soprattutto nel mondo editoriale Oltreoceano, che setacciano la letteratura per rimuovere parole ritenute lesive di sensibilità, come nel caso di questi classici per bimbi, “è solo un danno alle opere d’arte”, toglie loro l’anima, in altre parole. Questi racconti vivaci e in grado di far volare i piccoli con la fantasia “non vanno modificati, è importante anche che i traduttori rispettino le scelte linguistiche degli autori senza modificare le parole tradotte attuando una personale e arbitraria censura”, insiste Farnetani.
“Le opere d’arte di ogni genere vanno lasciate nell’interpretazione originale dell’autore – esorta – E’ il principio del restauro in cui si vuole ricostruire lo spirito con cui l’opera fu composta. Per lo stesso motivo, lasciamo stare i testi originali come sono stati scritti. Non si può dire: si modifica il lessico e si lascia immutata la trama. Un’opera d’arte va recepita per comprendere lo spirito dell’autore e le sensazioni che voleva evocare. Il discorso va gestito in modo diverso, semmai. Nessun bambino o adolescente va ‘lasciato da solo’. E’ possibile accompagnarli nella lettura e analisi di un libro, così come andrebbe fatto con l’utilizzo dello smartphone o la visione di programmi Tv”.