Fisco, la riforma in Cdm la prossima settimana. Leo: «Lavoriamo per azzerare l’Iva sui beni essenziali»
La riforma del Fisco è attesa in Consiglio dei ministri la prossima settimana. A confermarlo è stato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, che già nei giorni scorsi aveva anticipato che il governo si era dato come scadenza metà marzo. Poi la parola spetterà al Parlamento. Leo ha confermato anche che il governo è al lavoro su una ipotesi di Iva zero per alcuni generi di prima necessità.
Nella riforma del fisco l’ipotesi di Iva a zero su alcuni beni essenziali
Si parla di prodotti come pasta, pane, latte. Si tratta di «una delle ipotesi, perché la normativa europea prevede anche l’aliquota zero, ma si deve lavorare», ha chiarito il viceministro nel corso della presentazione alla Camera dei risultati dell’attività dell’Agenzia delle Entrate e Agenzia della Riscossione nel 2022. L’informazione era già filtrata dopo l’intervento in commissione Finanze alla Camera del sottosegretario Sandra Savino, che rispondendo a una interrogazione di FdI aveva indicato fra le linee guida anche la riduzione dell’Irpef per i dipendenti.
Il Codacons stima un risparmio di 300 euro a famiglia
Per quanto riguarda l’Iva si ragiona comunque di un riordino generale, che, oltre a prevedere di portarla a zero per alcuni prodotti, potrebbe prevede anche la riduzione per altri prodotti. Secondo il Codacons queste misure potrebbero consentire un risparmio di circa 300 euro a famiglia. Inoltre, il governo starebbe studiando il modo per semplificare la vita ai contribuenti rendendo più agevoli meccanismi come la detrazione e i rimborsi, anche nell’ottica di rendere più rapidi i pagamenti dei crediti alle imprese, assicurando così una maggiore liquidità.
Nella riforma del fisco revisione delle aliquote Irpef e dell’Ires
Nel testo è presente, inoltre, la riforma delle aliquote, con una riduzione di tre a quattro, e delle detrazioni, con l’obiettivo di sostenere i lavoratori dipendenti rafforzando le buste paga. «Penso che ci siano le condizioni per ridurre il numero delle aliquote: si può arrivare a un sistema a 3, ci stiamo lavorando con la Ragioneria», ha detto Leo, aggiungendo che «abbiamo circa 600 tax expenditure (detrazioni e deduzioni, ndr) che cubano 156 miliardi. Là si può intervenire. Se si fa una revisione attenta si possono trovare le risorse per calibrare meglio le aliquote». Prevista inoltre anche la riscrittura dell’Ires, per andare incontro alle esigenze delle aziende e contemplando uno sconto specifico per chi investe in beni strumentali e assunzioni di over 50 o percettori di reddito di cittadinanza.
L’obiettivo di aumentare la fiducia nel rapporto tra Stato e contribuenti
Fra le novità in vista c’è anche un cambio di passo negli accertamenti fiscali: le piccole imprese avranno la possibilità di aderire a una dichiarazione precompilata biennale approntata dall’Agenzia delle entrate, che li metterà al riparo da controlli per due anni; le grandi imprese, invece, si potranno giovare di un meccanismo rafforzato di “cooperative compliance” per negoziare col fisco. Più in generale l’obiettivo è quello di costruire un nuovo rapporto tra Stato e contribuenti. Leo ha parlato della volontà di «dare quiete ai contribuenti nel mese di agosto e di dicembre, per fare in modo che in quei mesi non arrivino lettere di compliance». E lo stesso ministro Giancarlo Giorgetti, anche lui presente all’evento alla Camera, ha sottolineato che «il dialogo con i contribuenti e la segnalazione di eventuali anomalie sono sicuramente leve da utilizzare per ridurre il ricorso a misure invasive e aumentare la fiducia nel rapporto tra Stato e cittadini. Ciò aiuta ad instaurare un clima favorevole alle attività di impresa e promuovere una ottimale allocazione delle risorse che può aumentare il potenziale di crescita dell’economia».