Francia, Macron blinda la premier Borne: «Ha la mia fiducia. La riforma delle pensioni va avanti»
In una Francia che continua a ribollire e che ieri, nelle manifestazioni che si sono svolte in tutto il Paese, ha registrato l’arresto di 128 persone e 61 agenti feriti, il presidente Emmanuel Macron in diretta tv oggi ha confermato che la «riforma delle pensioni seguirà il suo percorso democratico» e, soprattutto, ha ribadito la sua «fiducia» nella premier Elisabeth Borne, che l’altro ieri si è salvata dalla sfiducia parlamentare per appena 9 voti.
Macron: «Non avrei voluto fare la riforma delle pensioni, ma è necessaria»
La riforma «è stata adottata attraverso un voto» e oggi «è all’esame della Corte Costituzionale, bisognerà attendere che si pronunci», ha detto Macron, intervistato dai giornalisti di TF1 e France 2. «Non mi fa piacere fare questa riforma, non avrei voluto farla», ha aggiunto, definendo la nuova legge che innalza l’età pensionabile da 62 a 64 anni «non un lusso, non un piacere, ma una necessità nell’interesse superiore della nazione. E tra i sondaggi a breve termine e l’interesse superiore della nazione, scelgo quest’ultimo». Il suo auspicio, ha chiarito ancora, è che «entri in vigore entro la fine dell’anno». «Non vivo di rimpianti, ma di volontà e tenacia», ha avvertito, ribadendo che «la riforma è molto difficile».
L’attacco ai sindacati: «Nessuna proposta di compromesso»
Macron poi è andato all’attacco dei sindacati, dicendosi dispiaciuto per il fatto «che nessuno abbia proposto un compromesso», e della piazza, accusata di usare «violenza estrema per aggredire i funzionari eletti». «No all’uso della violenza senza regole. Non possiamo accettare né faziosi né fazioni», ha affermato, aggiungendo di nutrire invece rispetto per il dissenso espresso nelle manifestazioni organizzate dai sindacati «nella calma». Lo stesso governo, però, su questo tema si è trovato sul banco degli imputati: «Hanno arrestato decine di persone sin modo violento. Esigiamo la fine immediata degli arresti», ha protestato il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon.
La proposta di «un contributo straordinario» dalle grandi imprese
Secondo il presidente, inoltre, «molta della rabbia espressa non riguarda solo le pensioni e voglio tornarci e poterne parlare. Ma il nostro sistema oggi lo dobbiamo riformare e quindi – ha ribadito – lo faccio per senso di responsabilità, nell’interesse generale». Macron quindi ha lanciato una proposta che appare come un modo per recuperare terreno agli occhi di quella opinione pubblica cui Mélenchon si è rivolto dicendo che «adesso è ora di passare alla sfiducia popolare». Di fronte al «sentimento di ingiustizia» provato ed espresso dai cittadini francesi nei riguardi di «alcune grandi imprese» che traggono «benefici importanti» e «riacquistano le loro stesse azioni», Macron ha infatti proposto «un contributo straordinario» di quelle grandi imprese per condividere la ricchezza con i salariati, che però, ha precisato, non è «una tassa sui superprofitti».
Macron blinda la premier Borne: «Ha la mia fiducia»
Quanto al primo ministro Borne «ha la mia fiducia per condurre la squadra di governo e per costruire un programma legislativo, un programma di governo, per avere meno leggi e testi più chiari». «Elisabeth Borne voleva assumersi la responsabilità del suo governo. Questo è ciò che chiamiamo 49.3», ha detto quindi Macron in difesa della premier alla quale viene imputato il ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione, che consente al governo di assumersi la piena responsabilità di un testo, adottandolo anche in assenza di un voto. «È la centesima volta che lo facciamo nella nostra Repubblica (il ricorso all’articolo 49.3, ndr). È un gesto molto solenne. Si è assunta le sue responsabilità con il suo governo. Ha detto in Parlamento: “Se avete una maggioranza alternativa, lasciatela parlare!” Lunedì si è dimostrato che non c’era una maggioranza alternativa», ha concluso Macron, cercando di puntellare una maggioranza che si è salvata per miracolo.
Il sindacato: «Da Macron un’intervista lunare, una presa in giro»
Le parole di Emmanuel Macron sono «una presa in giro, esprimono disprezzo per i milioni di persone che manifestano», ha commentato il segretario generale del sindacato Cgt, Philippe Martinez, parlando di un’intervista «lunare». Macron, ha aggiunto, dice che «va tutto bene, sto facendo tutto bene, non succede niente per strada». In pratica non c’è stata «nessuna risposta», ha dichiarato Martinez alla stampa a Tours, dove sta partecipando al congresso Cfe-Cgc.