Il compagno Sansonetti si unisce al coro anti-Meloni ma i compagni dell’Unità lo impallinano
Ma che è successo a Piero Sansonetti? Una trasformazione radicale. Nel recente passato lo ricordiamo nei panni del fustigatore dell’antifascismo di maniera al punto da dirsi contrario allo sciogliemnto di Forza Nuova, mentre oggi tuona contro Donzelli e Delmastro, invoca le dimissioni di Piantedosi e Valditara, accusato quest’ultimo di essere un ministro con idee “fasciste”. Ogni giorno sforna una critica al governo Meloni e alla premier. Insomma rifà il verso a Massimo Giannini. Se La Stampa si piazza al primo posto nella classifica dei media antimeloniani più faziosi il suo Il riformista ambisce di sicuro al secondo posto. E si capisce: dal 18 aprile cambierà nome e si chiamerà L’Unità. Una trasformazione poco gradita ai compagni della “vecchia ” Unità, che nonostante la virata a sinistra di Sansonetti, hanno vergato un comunicato di fuoco.
“Il 18 aprile l’Unità tornerà in edicola – recita il comunicato – Ma senza le giornaliste e i giornalisti che la storica testata della sinistra hanno difeso e fatto vivere anche negli anni bui e dolorosi della sua chiusura. In questo nuovo progetto editoriale noi, lavoratori dell’Unità licenziati nei giorni scorsi dal curatore fallimentare, semplicemente non esistiamo. Cancellati. Il direttore designato Piero Sansonetti dirigerà un giornale realizzato, sia nella parte cartacea che in quella online, dai redattori de Il Riformista. I giornalisti e i poligrafici dell’Unità non saranno della partita. Viene, infatti, ignorata una questione cruciale, sancita da sentenze che fanno giurisprudenza: la testata sono anche i suoi lavoratori. Un legame indissolubile. Scusaci Sansonetti, ma proprio non va. E lo diciamo a voce alta, senza paura, con la schiena dritta che l’Unità ci ha insegnato ad avere”.
Ora, vale la pena di ripercorrere il Sansonetti-pensiero su FdI e Giorgia Meloni. Nei giorni in cui Formigli attaccava pesantemente la leader di FdI per l’inchiesta bufala di Fanpage, Sansonetti così si esprimeva:”Ci sarà sicuramente (in FdI, ndr) una parte residuale che ha nostalgia per il fascismo, ma è una cosa che trovo legittima. Non è che sia proibito avere nostalgia di Mussolini. Uno può avere nostalgia anche di Stalin: non è mica proibito. Se uno ha nostalgia di Stalin mi viene da ridere, ma certo non mi allarmo. L’antifascismo oggi per me vuol dire consentire ai fascisti di essere fascisti“.
Il 28 ottobre 2022, centenario della marcia su Roma, il Sansonetti-pensiero cambia: “In Giorgia Meloni – che sostanzialmente è una politica democratica – sono fortissime le pulsioni fasciste. Pensate come usa la parola ‘Nazione’. Perché deve usare la parola ‘Nazione’ se in Italia si è sempre utilizzata la parola ‘Paese’ se in America si dice ‘Country’ e non ‘Nation’? perché Nazione è quella parola dalla quale nasce il Nazionalismo, l’embrione del Fascismo. E a lei piace. A lei piace dire merito, famiglia, patria, Dio. Piace perché è il richiamo a quel tipo di tradizione”.