Il piagnisteo di Cesare Battisti: in carcere mi negano perfino il quarto di vino e la birra al pasto
L’ex-terrorista rosso dei Pac, i Proletari Armati per il Comunismo, Cesare Battisti, che sta scontando l’ergastolo, per i due omicidi di cui è accusato, nel carcere di Parma dove è detenuto dopo essere stato latitante per anni in Francia, Messico e Brasile, lamenta, con due lettere, una scritta il 7 marzo scorso ed una dieci giorni dopo – entrambe rese note dall’agenzia Agi – una serie di atteggiamenti ostili rivendicando il diritto ad alcune “comodità” che gli sarebbero state negate.
Un primo reclamo Battisti lo aveva indirizzato, il 7 marzo scorso, al Tribunale di Sorveglianza di Reggio Emilia chiedendo ai magistrati di accertare eventuali ipotesi di reato per “un’aggressione fisica e verbale” subìta all’interno del carcere di Parma da parte di alcuni agenti della polizia penitenziaria che, “nel disegno di un’accanita persecuzione“, avrebbero causato, fra l’altro, anche il “danneggiamento di oggetti personali, tra cui il computer“.
Un secondo reclamo Cesare Battisti lo ha inviato dieci giorni dopo, il 17 marzo, sottolineando che gli venivano negati una serie di diritti. Come, elenca, “il quarto di vino e birra a pasto, la palestra, il cosiddetto “telecomando libero“, cioè la possibilità di poter vedere qualunque cosa in televisione, la chiamata telefonica libera e illimitata agli avvocati difensori, l’accesso e la permanenza in biblioteca e nella sala hobby, le otto ore di colloquio mensili con i figli minori. E, infine, “l’intimità perfino in bagno durante i bisogni“.
Mi viene “negato un passeggio degno di questo nome: insalubre, privo di sole, muschio e ghiaia sciolta, dimensioni ridicole”. negato anche “il campo sportivo” e negata “una palestra decente, spazio ridotto a quello di due celle, sguarnita e solo una volta alla settimana“. Negato, lamenta, “l’accesso e permanenza in biblioteca, stessa indegna di questo nome”.
“Questa amministrazione penitenziaria o alcuni membri di essa direi che abbiano fatto di tutto per farmi rimpiangere l’Alta sicurezza. Fin dal mio arrivo – lamenta Battisti – ci son state ostilità ingiustificate e atti di boicottaggio perfino nella ricarica delle scheda telefonica. Il clima restrittivo dove l’abuso è ormai di norma va ben oltre la persecuzione“.
Catturato in Bolivia nel 2019, per essere poi trasferito in Italia, Battisti non è sottoposto al 41 bis ed è stato anche declassificato togliendolo dal regime di Alta sicurezza.