Incontro Putin-Xi, il sinologo Sisci: “La Cina teme una Russia a pezzi, vuole evitarle l’umiliazione”
Una visita “forse per salvare la Russia da un’umiliazione totale e cocente”, perché “quello che la Cina teme di più è che la Russia vada a pezzi oppure che arrivi un governo filoccidentale”. Poco prima che l’atteso bilaterale a Mosca tra il presidente cinese Xi Jinping e Vladimir Putin è il sinologo Francesco Sisci a dare una chiave di lettura della visita.
Il rischio di una posizione “molto, molto imbarazzante” per la Russia
Xi è atterrato a Mosca dopo la visita saltata di Antony Blinken in Cina, dopo il mandato di arresto della Corte penale internazionale contro Putin e il riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran con la mediazione cinese, per quello che i media cinesi descrivono come un “viaggio di pace” che dovrebbe essere per il leader cinese l’occasione per “un ruolo costruttivo nel promuovere colloqui di pace” che pongano fine al conflitto in Ucraina. “È possibile che Xi – ha detto Sisci parlando con l’Adnkronos – vada adesso in Russia perché è fallita l’offensiva russa e ancora non è iniziata quella ucraina. Sappiamo che l’offensiva russa è fallita, che non hanno fatto alcun progresso, mentre l’offensiva ucraina potrebbe sfondare. E allora se gli ucraini per la seconda volta riconquistassero parti di territorio che avevano preso i russi, naturalmente la posizione russa diventerebbe molto, molto difficile, imbarazzante”.
Il sinologo: “È possibile che Xi voglia evitare a Putin una umiliazione cocente”
Quindi, per il sinologo, “è possibile che i cinesi abbiano scelto questo momento per trovare una soluzione che salvi la Russia da un’umiliazione cocente”. “Il problema – ha aggiunto Sisci – è che la Russia comunque è sconfitta, ma se la Cina attraverso questa mediazione riesce a salvare un pezzo di Russia è un risultato molto importante per la Repubblica Popolare perché quello che la Cina teme di più è che la Russia vada a pezzi oppure che arrivi un governo filoccidentale”. Dunque, per l’esperto, “questa mediazione cerca di prevenire in qualche misura i due scenari” e anche di “sganciare” il gigante asiatico da “eventuali errori russi” in modo da poter in ogni caso rivendicare di aver “lavorato per la pace”.
“Zelensky ha dato credito al piano cinese, la telefonata con lui sarebbe importante”
Pechino, ha sottolineato ancora l’esperto, “interviene oggi e non un anno fa”, perché “si rende conto che la Russia non può vincere” e “cerca di evitare pur nella sconfitta un’umiliazione”, un’impresa “non facile perché la Russia è molto divisa e lo stesso è per l’Ucraina”. Intanto continuano a rincorrersi le voci su una possibile telefonata tra Xi e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che secondo una indiscrezione del Financial Times potrebbe avvenire subito dopo i colloqui a Mosca. “Sarebbe importante, anche perché – ha rimarcato il sinologo – Zelensky ha dato credito al piano cinese” a differenza di “tanti altri in Occidente che si sono dimostrati scettici”. Quindi, un colloquio telefonico con Zelensky potrebbe essere “forse più importante dell’incontro con Putin, perché vorrebbe dire che effettivamente la Cina cerca di riposizionarsi e questo riposizionamento potrebbe essere cruciale”.