Intelligenza artificiale al debutto in Parlamento: ha anche risposto alle domande dei deputati
“Per la prima volta nella storia repubblicana l’intelligenza artificiale “Chat Gpt” è stata audita in Parlamento. Alla domanda da me posta, se si considera una minaccia per il diritto d’autore, ha risposto che non è programmata per violarlo, ma che potrebbe essere utilizzata da qualcuno in questo modo. Bisogna quindi riflettere sulle nuove tecnologie, che sono sempre positive, ma è necessario vigilare sugli utilizzi impropri”. Così Federico Mollicone, presidente della VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati.
Intelligenza artificiale: audizione senza precedenti in Parlamento
L’occasione è stata data dall’audizione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Alberto Barachini, di fronte alle Commissioni Telecomunicazioni e Cultura della Camera in seduta congiunta nell’ambito dell’esame della proposta di regolamento sulla legge europea per la libertà dei media.
Barachini, nel corso della sua relazione, ha sottolineato come il governo sia “assolutamente attento” al tema dell’uso dell’intelligenza artificiale in ambito giornalistico. “È piuttosto noto ormai – ha sottolineato il sottosegretario – che molti editori, soprattutto digitali e magari non pienamente rispondenti alle norme e alle regole presenti nel settore, stanno studiando meccanismi di implementazione dei propri portali e dei propri contenuti giornalistici grazie all’intelligenza artificiale”.
L’innovazione, ha aggiunto, “non la possiamo fermare né rallentare ma dobbiamo regolarla. Dobbiamo consentire uno sviluppo dell’editoria digitale, l’unica strada per mantenere i livelli occupazionali, ma all’interno di norme e regole che difendano il valore intellettuale della creazione dell’opera da parte di giornalisti informatori. Sappiamo, perché lo abbiamo verificato, quante storture possono generare meccanismi di intelligenza artificiale nella produzione di contenuti giornalistici informativi in presenza di grandi situazioni anche internazionali. Per questo la nostra attenzione è massima”.
In Italia secondo Comscore a gennaio il sito di OpenAI.com, società che ha lanciato ChatGpt, è stato tra i primi 150 siti e app più visitati nel nostro paese. Merito in gran parte del pubblico maschile di età compresa tra 15 e 24 anni. Nel primo mese del 2023, solo in Italia il chatbot è stato visitato da oltre 1,4 milioni di utenti unici. Pubblico che, in media, ha speso sul sito 13,1 minuti al mese, più di Wikipedia (11,2 minuti), di siti di testate giornalistiche.