Kim Jong-un, l’ultimo orrore. Seul denuncia: esecuzioni di massa, torture e sterilizzazioni forzate
Che il dittatore nordcoreano Kim jong-un si sia fin qui contraddistinto per le atrocità del regime, e le iperboli “stravaganti” del suo modo di fare propaganda sul terrore, non è una novità dell’ultim’ora. Purtroppo… Ma a sfogliare un rapporto redatto a seguito delle testimonianze di oltre 500 disertori. E reso noto dal Ministero dell’Unificazione sudcoreano, si resta comunque a bocca aperta e occhi sgranati. Un orrore, quello documentato dal fascicolo in questione, che – tra esecuzioni arbitrarie di massa, torture, esperimenti umani e persino sterilizzazione forzata – conta oltre 1.600 casi di violazione dei diritti umani nella Corea del Nord. E solo tra il 2017 e il 2022…
Kim Jong-un, Seul denuncia esecuzioni di massa, torture e sterilizzazioni forzate
Il documento pubblicato dal ministero sarà alla base della relazione che il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol presenterà alla comunità internazionale: «La realtà delle spaventose violazioni dei diritti umani commesse contro il popolo nordcoreano». Il rapporto di 450 pagine, pubblicato ufficialmente oggi, denuncia, tra le altre brutalità, esecuzioni di omosessuali, o per motivi religiosi o legati alla droga. Non solo. Secondo il rapporto, frutto del lavoro dell’agenzia di stampa ufficiale sudcoreana Yonhap, «queste esecuzioni pubbliche e sommarie avvengono frequentemente. E riguardano casi di minori di 18 anni e donne incinta…
Le atrocità di Kim Jong-un tra cronaca e follia
E così, tra fake news e denunce agghiaccianti, tra diktat folli e imprese sanguinarie, stando al rapporto sudcoreano il dittatore comunista insiste sul registro della repressione violenta. Della persecuzione atroce di chi reputa non conforme alla sua “linea”. Una condotta che, tra cronaca e leggenda, lo avrebbe indotto giustiziare lo zio Jang Song Thaek. Il quale, secondo alcuni media, sarebbe stato divorato vivo da cani affamati. Una orribile esecuzione che, sempre secondo siti internazionali che la divulgarono, sarebbe durata circa un’ora. Uno “spettacolo” macabro a cui il leader nordcoreano avrebbe assistito assieme a 300 alti funzionari.
L’ex fidanzata giustiziata per video porno
Una lista interminabile, quella delle vittime di Kim Jong-un, epurati o giustiziati. Un elenco dell’orrore in cui rientrerebbe a pieno titolo l’ex fidanzata di Kim, fucilata nell’agosto del 2013 insieme a altre undici persone. Il capo d’accusa? Secondo il quotidiano China Morning Post di Hong Kong, e secondo fonti sudcoreane, la donna, Hyon Song-woi, e gli altri undici condannati, sarebbero stati arrestati tre giorni prima dell’esecuzione con l’accusa di pornografia. Perché? Per essersi fatti fotografare mentre avevano rapporti sessuali. Hyon era una cantante. E gli altri facevano parte di gruppi musicali.
L’esecuzione dell’architetto del nuovo terminal dell’aeroporto: il progetto riscosse il gradimento di Kim
E non è ancora tutto. Una delle follie di Kim Jong-un sarebbe costata la vita anche all’architetto del nuovo terminal dell’aeroporto Pyongyang. L’uomo che il dittatore nordcoreano ha condannato all’esecuzione capitale perché il leader del Paese era «insoddisfatto» del design della nuova struttura. Ossia: l’architetto Ma Won-chun, progettista del terminal, sarebbe stato condannato a morte per l’incapacità di realizzare una struttura di gradimento del capo di Stato…
Il ministro ucciso a cannonate
E non andò meglio neppure al responsabile della Difesa, Hyon Yong-chol. L’uomo, alla guida delle forze armate popolari, che nell’aprile del 2015 fu giustiziato da un plotone d’esecuzione munito di armamenti pesanti, (compreso un cannone antiaereo). Secondo un funzionario dell’intelligence sudcoreana, la colpa di Hyon Yong-chol sarebbe stata quella di addormentarsi durante un evento militare presieduto dal capo del regime, Kim Jong-un. Reo, quindi, di non aver seguito a dovere le istruzioni del dittatore.