La Cina minaccia Biden: conseguenze catastrofiche se gli Usa non tirano il freno
Pechino avverte gli Stati Uniti invitandoli a cambiare approccio nei confronti della Cina o le conseguenze di ulteriori tensioni tra i due Paesi saranno “catastrofiche“.
Nella sua prima conferenza stampa, il nuovo ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, lancia un duro monito a Washington, che fa il paio con l’attacco del presidente Xi Jinping all’Occidente “guidato dagli Stati Uniti che reprime” la Cina.
“Se gli Stati Uniti non tirano il freno, ma continuano ad accelerare lungo la strada sbagliata, nessun guardrail potrà impedire il deragliamento e ci saranno sicuramente conflitti e scontri“, ha dichiarato Qin a margine della riunione annuale dell’Assemblea del popolo, mettendo in guardia da “conseguenze catastrofiche“.
Secondo il ministro degli Esteri cinese, Washington ha “una visione gravemente distorta” di Pechino, che la porta a considerare la Cina come “il suo rivale fondamentale e la sfida geopolitica più importante”, con la conseguenza che “la politica Stati Uniti-Cina si è completamente allontanata da un percorso razionale e solido”.
Sebbene Washington parli di competizione, in realtà vuole reprimere la Cina in tutti i settori, ha affermato Qin. Che ha paragonato i rapporti a due atleti che competono in una gara olimpica: “Se un atleta, invece di concentrarsi sul dare il meglio di sé, cerca sempre di ingannare l’altro o di metterlo in difficoltà, non si tratta di una competizione leale, ma di una maldicenza. Questa non è una competizione leale, ma un confronto malevolo e falloso“.
La Cina, ribadisce Qin Gang, non ha mai fornito armi alla Russia nella guerra in Ucraina e insiste perché si avviino al più presto colloqui di pace.
“La Cina non è parte della crisi e non ha fornito armi a nessuna delle parti in conflitto – scandisce. – Così su che basi si parla di colpe, sanzioni e minacce contro la Cina? Tutto questo è assolutamente inaccettabile”. Secondo il ministro, “conflitti, sanzioni e pressioni non risolveranno il problema…Il processo dei colloqui di pace dovrebbe iniziare al più presto possibile e le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti dovrebbero essere rispettate”.
Secondo il ministro, il conflitto in Ucraina, iniziato con l’invasione russa il 24 febbraio dello scorso anno, è “un’esplosione dei problemi causati dalla governance di sicurezza dell’Europa, ha una storia complessa e ragioni complesse”.
“Gli sforzi per i colloqui di pace sono stati ripetutamente minati – ha accusato Qin. – Sembra che ci sia una mano invisibile che spinge per il prolungamento e l’escalation del conflitto e che usa la crisi ucraina per servire alcune agende geopolitiche”.
Il ministro degli Esteri cinese ha quindi espresso il suo punto di vista: “la crisi in Ucraina è giunta a un punto critico: o le ostilità cessano e la pace viene ristabilita, e inizia il processo di risoluzione politica, o si aggiunge altra benzina sul fuoco e la crisi si espande ulteriormente e va fuori controllo”.