La Meloni porta il Cdm a Cutro e la sinistra dà di matto. FdI rilancia la guerra agli scafisti

6 Mar 2023 17:27 - di Francesca De Ambra
Meloni

Si terrà a Cutro, il luogo dove due domeniche fa si è consumata la strage di migranti, la seduta del Consiglio dei ministri di giovedì prossimo. A deciderlo Giorgia Meloni. Al momento Palazzo Chigi non ha ancora reso noti orario, sede e ordine del giorno della riunione. Si sa, però, che si terrà sicuramente nel corso del pomeriggio. La decisione annunciata dal premier cade nel mezzo di un dibattito politico intossicato dalle strumentalizzazioni delle opposizioni, con in testa il Pd a trazione-Schlein. È stato così sin dal primo momento, e non fa eccezione neppure la scelta di portare l’intero governo sul luogo della strage.

Il capogruppo di FdI: «Scelta non solo simbolica»

Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti l’ha definita «molto più di un semplice gesto simbolico» e ha richiamato le forze politiche a concentrasi nel contrasto «al vergognoso business dei trafficanti di uomini». Un appello rivolto soprattutto alla sinistra che invece si attarda nel tentativo di «addossare colpe all’attuale governo» attraverso quelli che Foti bolla come «atteggiamenti squallidi e miserabili». E così distoglie l’attenzione dalle responsabilità dei trafficanti di esseri umani, gli scafisti. «La sinistra – accusa il capogruppo di FdIprova a lavarsi la coscienza dimenticando, o facendo finta di non ricordare, gli oltre 25mila immigrati morti in mare negli ultimi dieci anni».

Dalla Lega plauso alla Meloni

Al contrario, puntualizza, «il governo Meloni vuole invertire la rotta, dichiarando tolleranza zero verso quei delinquenti che organizzano e gestiscono i viaggi delle carrette del mare, che sempre più si trasformano in taxi di morte». Parole pesate. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. È il caso del Pd, che con Paola De Micheli scorge nella scelta di tenere il Cdm a Cutro «una scandalosa e triste operazione di immagine». Le fa eco il rosso-verde Angelo Bonelli, che parla di «triste propaganda». Lui deve intendersene, dal momento che ha chiesto in un colpo solo la «cancellazione» della legge Bossi-Fini e le «dimissioni» del ministro Piantedosi. Apprezzamento, invece, per la scelta della Meloni è venuto da Giacomo Francesco Saccomanno, commissario calabrese della Lega.

 

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