La Russa: “Basta processi alla storia. Sulle adozioni gay non ho pregiudizi, vedremo”
Dal no della Francia all’estrazione dei brigatisti all’utero in affitto, dall’immigrazione alle adozioni gay, al 25 aprile. Ignazio La Russa si racconta a tutto campo a Libero in una lunga intervista con il direttore Pietro Senaldi.
La Russa: la Francia ci ha abituato alle coperture dei brigatisti
Si parte dallo schiaffo di Parigi. Non è sorpreso dal verdetto della Cassazione. “Parigi ci ha abituato a essere il luogo di raccolta e mantenimento in libertà dei nostri criminali politici di estrema sinistra”. Quello che non torna sono le motivazioni. “Come si fa a dire che non ce li danno perché tengono famiglia? Sembra di essere nella commedia napoletana”.
Si confonde il diritto con l’ideologia
Il punto è che si confonde l’ideologia con il diritto. “A me sarebbe sufficiente che si accettasse il principio che le persone si giudicano per quello che dicono e per quello che fanno. Non per il giudizio che hanno sulla storia”. E invece il governo Meloni è giudicato e spesso processato per motivi ideologici. È successo anche per la commemorazione delle Fosse Ardeatine.
Non si giudica un governo con la storia
“Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso”. E poi – aggiunge – l’attentato di via Rasella non è stato una delle pagine più gloriose della Resistenza. “Hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini. Sapendo benissimo il rischio di rappresaglia”.
Del 25 aprile oggi non parlo, lo farò alla vigilia
Delle celebrazioni per il 25 aprile preferisce non parlare. “Glielo dico il 22. Qualunque cosa dicessi ora, proprio per il discorso che abbiamo appena fatto, aprirebbe una discussione di un mese. Quando ero ministro della Difesa andai a rendere omaggio al Cimitero Maggiore di Milano portando dei fiori sulle tombe dei partigiani“.
Immigrazione, la Fini-Bossi va cambiata subito
Anche sul dossier immigrazione la seconda carica dello Stato invita a uscire dal recinto dell’ideologia. Lui che non si aspettava di diventare presidente del Senato (“Pensavo che ci sarebbero volute un altro paio di generazioni perché un uomo della Fiamma diventasse presidente del Senato”). Basta ipocrisia sugli sbarchi. “La situazione è profondamente cambiata rispetto alla campagna elettorale. Il flusso non è più quello ordinario. Che andava sottratto alla gestione degli scafisti. E separato dalla speculazione politica operata dalle Ong. Oggi l’immigrazione illegale è un’arma puntata contro l’Europa”.
La lotta all’utero in affitto non è di destra
Nessun problema a modificare al più presto la Bossi-Fini. Per eliminare ambiguità. Serve un approccio culturale diverso all’immigrazione clandestina. Anche sull’utero in affitto troppa ideologia. E la pretesa di procedere di step in step. “La lotta alla maternità surrogata non è cosa di destra. La fanno anche le femministe, amici gay, tutti contro questo obbrobrio che sa tanto di razzismo”.
Adozioni gay, se ne può parlare
La Russa, invece, è possibilista sulle adozioni gay. “Se due persone si vogliono bene e vogliono un figlio come fai a non comprendere questo sentimento? Ma quando dicono che per il bambino non cambia nulla si confonde il loro desiderio con quello del figlio”. Il presidente del Senato dice di essere combattuto sul riconoscimento delle adozioni gay. Meglio con loro che con un padre che picchia la madre, certo. A condizione che non si dica che per un figlio è lo stesso che avere un padre e una madre. “Nelle adozioni, invece, già ora ci sono tanti step. Io dico meglio le coppie di genitori di sesso diverso, poi può starci anche valutare per le coppie gay. L’importante è che non sia ‘oggi chiedo questo, domani chiedo quest’altro per ottenere ancora di più”.
“Giorgia Meloni non è cambiata di una virgola”
Un ultimo passaggio sul profilo del premier Meloni. “Giorgia non è cambiata di una virgola“, dice La Russa che la conosce da sempre. “Solo le si sono intensificate le giornate. Prima riusciva a fare un po’ di ginnastica al mattino, adesso invece non ha un attimo di tregua. Non fa vacanze da cinque anni. Nel 2019 era partita con la famiglia per gli Stati Uniti ma Salvini ha fatto cadere il governo. Ed è dovuta rientrare dopo solo due giorni”.