La sinistra chiede l’aiutino in Procura anche su Cutro: Roma apre un fascicolo dopo l’esposto di Avs
Promette di diventare una legislatura molto lunga per la Procura di Roma, alla quale la sinistra sembra aver deciso di rivolgersi in maniera costante per amplificare le questioni politiche. Dopo l’esposto sul caso Cospito, infatti, ora a piazzale Clodio si ritrovano alle prese con un esposto sul naufragio di Cutro, presentato qualche giorno fa dai deputati di Avs, Ilaria Cucchi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, lo stesso che ha firmato anche il precedente. Oggi è arrivata la notizia che i pm romani hanno aperto, come atto dovuto, un fascicolo sulla denuncia che chiede di verificare eventuali responsabilità ministeriali sulla macchina dei soccorsi. Un esposto, insomma, tutto politico, tanto più che sul naufragio già esiste l’inchiesta di Crotone.
La Procura apre un fascicolo senza nomi e senza reato
Il fascicolo è stato aperto a “modello 45”, vale a dire senza indagati né ipotesi di reato e i pm di piazzale Clodio, a quanto appreso dall’agenzia di stampa Adnkronos, esaminando l’esposto, stanno valutando se inviare il fascicolo alla procura di Crotone. I magistrati calabresi, del resto, avevano già iniziato a indagare sulla macchina dei soccorsi senza il bisogno del “sollecito” dei parlamentari di Avs, la cui denuncia ancora una volta si connota come un atto strumentale a fini meramente politici e, visto il caso di specie, non esente da tratti di cinismo.
L’esposto tutto politico della sinistra su Cutro
«Mi sembra evidente come sta emergendo da più fronti che questa strage poteva essere evitata, ma non lo si è fatto. Se così è, pretendiamo che i responsabili vengano immediatamente individuati, processati e puniti», ha detto Ilaria Cucchi, quando ha annunciato l’esposto. «Noi – ha aggiunto il collega Bonelli – vogliamo sapere se ci sono responsabilità sui soccorsi non locali, ma ministeriali. Siccome il super coordinamento sta in capo al ministero degli Interni e la Guardia costiera dipende da quello dei Trasporti, noi vogliamo sapere se ci sono state direttive sottintese, dirette a non fare uscire le navi della guardia costiera a mare». Insomma, l’obiettivo sono Piantedosi e Salvini e la tesi è quella dei soccorsi negati volutamente. Due questioni che politicamente non reggono e che quindi la sinistra cerca di puntellare con l’unico strumento che ormai sembra esserle rimasto: il trasferimento sul piano giudiziario. Un atteggiamento che non solo rischia di coprire di scorno chi lo vuole tener così ostinatamente, ma che fa passare l’idea di una politica impotente e arresa a chiedere alla magistratura di farsi carico dei suoi compiti.