L’Agricoltura italiana punta sulle Tea, le tecniche di evoluzione assistita: risposta a cambiamento climatico e siccità
L’Europa le equipara, sbrigativamente, agli Ogm ma le Tea, le tecniche di Evoluzione Assistita, non hanno nulla a che vedere con gli organismi geneticamente modificati e, anzi, possono rappresentare per l’agricoltura, non solo italiana, l’opportunità di innovare in agraria e, al contempo, di migliorare notevolmente qualità e resa della produzione consentendo all’agroalimentare del nostro Paese, già molto apprezzato all’estero, di conquistare ulteriori mercati.
Di qui la richiesta di una legislazione ad hoc, che riconosca le Tea come opportunità per l’agricoltura, emersa ieri dalla filiera agroalimentare, dall’agricoltura all’industria, rivolta alle istituzioni europee. Che, a giugno, saranno chiamate ad esprimere un parere quando la Commissione prevede di presentare un progetto di normativa in relazione alle Tecniche di Evoluzione Assistita.
Ma cosa sono le Tea? Sono quelle tecniche di biologia, sviluppate negli ultimi 10 anni, che consentono di correggere il Dna delle piante e quindi di selezionare caratteri specifici – per esempio di resistenza – utili per l’agricoltura che difficilmente sarebbero ottenibili con altri metodi.
La grande differenza rispetto agli Ogm transgenici è che le piante ottenute con le Tea non contengono Dna di altri organismi.
Lo spiegava sei mesi fa sul Secolo il senatore Luca De Carlo di FdI. Che oggi è presidente della Commissione Agricoltura: “la nostra “Nazione ha un patrimonio importante di biodiversità che va esaltato con le Tea, le Tecniche di Evoluzione Assistita”. Sostanzialmente di una genetica di una pianta viene “tagliato” ciò che non va bene e si “ricuce” con ciò che va bene. Si esclude una cosa, ma all’interno della stessa pianta, del suo patrimonio genetico”.
Stamattina è stato illustrato a Roma il position paper sulle Tea elaborato dal Cluster Agrifood Nazionale nel corso di un incontro durante il quale il mondo produttivo, della ricerca e delle istituzioni si sono incontrati per promuovere un sistema pubblico-privato di miglioramento genetico basato sulle tecnologie genomiche più avanzate all’interno di un contesto agricolo italiano sempre più costretto a confrontarsi con gli effetti del cambiamento climatico e con la siccità.
L’appello alle istituzioni è quello di consentire la sperimentazione in campo delle Tea in tempi brevi, rilanciare un programma di ricerca sulle biotecnologie pulite per l’agricoltura di domani, predisporre strumenti di trasferimento tecnologico dei risultati dalla ricerca al mondo produttivo, coinvolgendo anche le industrie private, in modo da rinnovare il panorama varietale e renderlo idoneo al nuovo scenario climatico.
E fu proprio De Carlo a presentare la proposta di legge sul tema delle Tecniche di Evoluzione Assistita in agricoltura che, però, “non è stata ancora assegnata alla Commissione. Se dovessero assegnarcela entro il prossimo mese potremmo iniziare subito con le audizioni”, anticipa il senatore di Fratelli d’Italia.
“Dobbiamo lavorare per mettere a terra il grande lavoro che il Crea ha già fatto in laboratorio – esorta il presidente della Commissione Agricoltura – e,dunque, la mia proposta di legge deve togliere quel vincolo in Italia affinché si possa fare la sperimentazione in campo”.
“Quanto alla normativa europea dobbiamo aspettare il 2024 che ci siano le nuove elezioni europee”.
“L’agricoltura è chiamata ad affrontare nuove sfide dopo la pandemia, dopo la crisi energetica e i problemi della siccità che saranno strutturali – sottolinea De Carlo. – Dobbiamo quindi adattare i nostri strumenti ad un mondo che è cambiato e dobbiamo farlo attraverso la ricerca e piante che producano di più e meglio” ha spiegato.
“Dobbiamo andare contro lo slogan che le vede come Ogm e cercheremo – anticipa De Carlo – di far crescere questa consapevolezza nelle aule del Parlamento”.
Negli ultimi anni il sistema scientifico italiano sia attraverso il progetto Biotech, finanziato dal Ministero dell’Agricoltura e coordinato dal Crea, sia mediante altre iniziative, ha sviluppato conoscenze avanzate nell’ambito delle Tea relativamente alle più importanti specie agricole italiane (frumento, riso, pomodoro, vite, melo, agrumi, ecc).
Questo lavoro, che ha portato alla selezione di piante di volta in volta resistenti alle malattie, agli stress abiotici e/o con migliori caratteristiche qualitative e con potenzialità produttiva più elevata, è rimasto fino a oggi confinato nei laboratori.
“Le richieste al governo sono fondamentalmente due: una normativa nazionale, simile a quelle già presenti in altre nazioni europee, per consentire la sperimentazione sul campo, ed inoltre un finanziamento ad hoc per queste tecniche per il loro sviluppo e diffusione“, chiarisce il presidente del Crea, Carlo Gaudio all’Adnkronos.