Legittimo impedimento, ora ai grillini fa comodo: Appendino non si presenta a processo

16 Mar 2023 19:50 - di Davide Ventola
legittimo impedimento, Appendino

Chiara Appendino, assente per un “legittimo impedimento” legato all’attività parlamentare M5s. L’ex sindaco di Torino non si è infatti presentata ieri in udienza al processo d’appello per gli incidenti di piazza San Carlo del 3 giugno 2017. Nella calca durante la proiezione della finale di Champions League ci furono due morti e 1600 feriti.

Gli undici imputati, tra i quali figura l’allora sindaco Appendino, rispondono di disastro e omicidio colposo per le presunte carenze nell’organizzazione e nella gestione dell’evento. In primo grado l’esponente M5s è stata condannata a un anno e 6 mesi. Nonostante la condanna (ricordate la storia che i condannati non potevano entrare in Parlamento?) è stata candidata dal M5s. Non solo, ieri ha usufruito di quel legittimo impedimento che i grillini avevano contestato agli avversari politici.

Legittimo impedimento: quando il M5s protestava contro Maroni

Contestazioni talvolta di pessimo gusto, come quando andarono in piazza a Milano a contestare Roberto Maroni: il politico della Lega, morto nel novembre 2022, che aveva fatto ricorso al legittimo impedimento. Per la Appendino che ne fa ricorso, nessuno batte ciglio. I pentastellati, anche gli elettori, diventano improvvisamente smemorati e iper garantisti. Il processo intanto, ieri è andato avanti e sono piombate nuove pesantissime accuse sulla gestione della giunta M5s.

Pesanti accuse alla giunta Appendino durante il processo di appello

“Era come se stessi parlando col vento”. Con queste parole Gioacchino Lo Presti, ispettore della polizia di Stato, ha riassunto così l’impressione che ebbe nel corso di una delle riunioni che si svolsero in Comune, a Torino, per preparare la serata evento del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo. Lo Presti ha fatto riferimento alla riunione del 31 maggio, nella quale rappresentava la Questura e aveva il compito di fare presente le esigenze di ordine pubblico, come il posizionamento di un numero adeguato di transenne ai varchi della piazza per i controlli sulle persone. “Fu – ha ricordato – una cosa un po’ strana. Avevo al fianco l’architetto Enrico Bertoletti (direttore dei lavori, già condannato – ndr) e lui non mi parlò mai: si rivolgeva sempre al capo di gabinetto della sindaca, Paolo Giordana. Forse gli stavano antipatici i poliziotti, non so”.

“Come se avessi parlato al vento”

“Prima della riunione – ha spiegato Gioacchino Lo Presti – Giordana mi aveva detto che non ci potevano garantire un numero sufficiente di steward ai varchi d’accesso perché non avevano disponibilità economiche. Sapevo che purtroppo quell’attività sarebbe ricaduta sulle nostre spalle. Chiesi dunque di considerare la possibilità che uno dei varchi fosse considerato ‘di servizio’, cioè non aperto al pubblico. Come se avessi parlato al vento”.

 

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