Leo Gassmann, quando la musica non è banale: il suo “Terzo Cuore” consolida il successo
Il talento è talento, al di là del cognome. È profondamente ingiusto etichettare Leo Gassmann come “figlio di”. Così come è profondamente ingiusto etichettare allo stesso modo LDA. Ambedue giovani, ambedue amati dal pubblico, hanno dimostrato il loro valore sul palco di Sanremo. “Terzo Cuore” e “Se poi domani” sono la consacrazione di entrambi gli artisti. E dopo l’esperienza al Festival, in gara fra i big,
So che hai riso quando ho detto che io ho / tre cuori dentro al petto. / Ma ora no, /non so quale inseguirò, sono alcune fresi della canzone. Leo Gassmann è stato ospite di Rtl 102.5. Durante il programma “Protagonisti” ha raccontato la sua esperienza a Sanremo e il suo nuovo album “La strada per Agartha”. Un “concept album” con molteplici temi e influenze.
Leo Gassmann, la bellezza e l’amore
All’interno del disco, Leo Gassmann parla della ricerca della bellezza e dell’amore per la musica, la rivendicazione della libertà di espressione e di vivere come si vuole e della tutela dell’ambiente. Non a caso il titolo dell’album è tratto dal romanzo “Il dio fumoso” di Willis George Emerson che racconta di un viaggio fantastico di un marinaio che circumnaviga il mondo e scopre una civiltà sotterranea di giganti che vivono di musica e agricoltura, in totale pace e armonia.
Agartha, un luogo senza guerre e differenze
«Ho immaginato di compiere questo viaggio ad Agartha, un luogo senza guerre e differenze, dove ho incontrato i miei giganti, che poi sono le collaborazioni del disco», ha raccontato a Rtl 102.5. Leo Gassmann. «Dipende dal mood ma i miei brani preferiti sono “Volo Rovescio” e “Figli dei Fiori”, un brano che mi suscita forti emozioni. In particolare “Volo Rovescio” è una canzone che mi gasa molto, dico “aiutami a perdere il cognome che ho, aiutami a perdere il colore che ho”. Ognuno nella vita combatte con degli stereotipi, dobbiamo riuscire a vincerli con informazione e amore», ha continuato.