“Si fecero pagare 750 euro per ogni tampone Covid”. L’Iss smentisce: abbiamo chiesto molto meno

11 Mar 2023 15:59 - di Carlo Marini
tampone Covid

“Un tampone per il Covid a 750 euro. È il prezzo che l’Istituto superiore di sanità, almeno secondo le carte dell’inchiesta di Bergamo, indica per i primi 200 test fatti a Roma all’inizio della pandemia. Mentre sul mercato non si andava oltre i tre euro. Perché quella cifra? Tra le posizioni stralciate da Bergamo e inviate alla Procura di Roma c’è anche quella di Silvio Brusaferro, in qualità di presidente (e quindi di rappresentante legale) dell’Iss, per truffa aggravata ai danni dello Stato, proprio su questo caso”.

Ne scrive oggi il Corriere della Sera, in un ulteriore clamoroso sviluppo dell’inchiesta di Bergamo. In queste ore è arrivata una nota ufficiale dell’Iss, che ridimensiona le cifre. In seguito alle notizie stampa in cui l’Iss avrebbe chiesto alla Protezione civile nella fase iniziale della Pandemia di “750 euro a test” l’istituto precisa “che le notizie circolate finora sono totalmente destituite da ogni fondamento”.

L’Istituto fa sapere di non avere “mai chiesto” questa cifra e “di non avere mai ricevuto la somma prevista dall’articolo 6 dell’Ordinanze OCBPC n 640/2020, prevista tra l’altro anche per coprire i costi della sorveglianza”. Nella prima fase l’Istituto “con proprie risorse ordinarie ha processato oltre 5.000 campioni di cui 3.000 provenienti dalla sola Lombardia e non gli 800 di cui si parla”.

Un tampone Covid costava 3 euro: la lunga nota dell’Iss

L’istituto ricorda anche in una nota che “i costi effettivamente sostenuti dall’Istituto nella prima fase della pandemia comprendono materiali per l’esecuzione dei test, dispositivi di protezione individuale per il personale addetto, materiale monouso e potenziamento dei macchinari” e che “in una prima fase della pandemia non esistevano test commerciali e venivano quindi realizzati con protocolli in house sviluppati in aderenza a quelli previsti dall’OMS”.

Dopo la lettera sottoscritta solo pochi giorni fa dai 37 direttori dei dipartimenti dell’Istituto Superiore di Sanità, arriva anche dal neo Cda dell’Istituto un documento di sostegno nei confronti del presidente Giuseppe Brusaferro per il suo coinvolgimento nell’inchiesta di Bergamo.

Francesca Cirulli, Claudio Borghi, Luigi Genesio Icardi e Giovanni Zotta, componenti del nuovo Consiglio di amministrazione insediato lo scorso febbraio esprimono “il nostro pieno sostegno umano e professionale al presidente. “Questo perché sin da prima del nostro ingresso in Istituto, in tutte le occasioni in cui ti abbiamo incontrato, abbiamo potuto apprezzare, che il rigore scientifico e l’onestà, sono state le caratteristiche che ti hanno sempre contraddistinto Siamo certi che la vicenda giudiziaria che ti ha coinvolto renderà giustizia alla correttezza del tuo operato e anche alla generosità con cui in quei mesi ti sei adoperato, lontano dalla tua famiglia, e incondizionatamente, per il nostro Paese”.

 

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