Meloni parlerà al congresso della Cgil. Landini: un segno di rispetto, noi non abbiamo pregiudiziali
Giorgia Meloni parlerà dal palco del congresso Cgil che si aprirà a Rimini il 15 marzo prossimo. Per questioni di agenda il premier non interverrà il giorno di apertura ma il 17 marzo in mattinata. L’annuncio nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’assise. All’invito il sindacato di Corso Italia lavorava da tempo.
Landini: positivo che la Meloni abbia accettato l’invito
“Il fatto che il premier abbia accettato di partecipare al congresso lo considero positivo perché dice del rispetto e del riconoscimento di un sindacato che rappresenta milioni di persone e ha alle spalle una storia secolare”, ha commentato il leader Cgil Maurizio Landini.
“Non abbiamo mai avuto una pregiudiziale verso nessun governo – ha continuato – facciamo i conti e ci misuriamo con gli esecutivi che ci sono. Poi possiamo essere in accordo o meno con il governo in carica ma questo sta dentro il gioco democratico”, aggiunge ricordando come nella storia dei congressi la Cgil abbia sempre invitato i presidenti del consiglio in carica. “Nel 2014 e nel 2019 decisero di non partecipare mentre nel 2010 Berlusconi inviò Gianni Letta”, annota ancora Landini.
L’assalto alla Cgil nell’ottobre 2021
Del resto, vista la formazione politica della premier nell’ambito della destra sociale, non si vede perché avrebbe dovuto rifiutare l’invito della Cgil. Non solo, ma il rispetto verso il sindacato non è una novità. Nell’ottobre del 2021, dopo che la sede nazionale della Cgil venne assaltata da un gruppo di manifestanti no green pass, si recarono in Corso d’Italia sia Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, sia Francesco Lollobrigida, all’epoca capogruppo di FdI a Montecitorio. E nonostante le speculazioni di certa stampa di sinistra e del Pd sulla “matrice” dell’assalto anche nell’anniversario dell’episodio Rampelli, su delega della Meloni, era a Corso d’Italia.
La solidarietà di FdI dopo l’attacco
E così spiegò la sua presenza: «Sono qui a ribadire la nostra incondizionata solidarietà a Maurizio Landini e a tutti i lavoratori italiani, non solo quelli iscritti alla Cgil, per il vile assalto compiuto un anno fa da Forza Nuova. Perché colpire con violenza inaudita la sede di un sindacato – ha aggiunto – significa aggredire chi si spende ogni giorno per difendere tutti i lavoratori, oggi colpiti da un modello di sviluppo che li rende sempre più fragili difronte alla globalizzazione. Noi – ha proseguito l’esponente di FdI – compiremo in questa stagione di governo ogni sforzo per dialogare con tutti i corpi intermedi perché per superare questa crisi profonda serve la collaborazione di tutti».
Landini: un sindacato non ha pregiudiziali
Dal canto suo Landini, nei giorni in cui il governo Meloni stava per insediarsi, ribadiva l’intenzione di avviare un dialogo nell’interesse del mondo del lavoro. «Un soggetto sindacale non ha pregiudiziali – affermava – ma dei valori e dei programmi. La Costituzione per noi è un punto di riferimento imprescindibile e la sua realizzazione è un punto decisivo. Ma proprio per questo i governi vanno giudicati per ciò che i governi fanno. Noi chiediamo di essere coinvolti prima che vengano prese le decisioni».