Mes, l’Italia non cede al pressing della Ue: ci sono strumenti più efficaci per aiutare gli Stati
Le previsioni catastrofiche della sinistra sono state smentite, giorno dopo giorno. I dati parlano chiaro, la nostra economia cresce, il Pil è positivo, le imprese hanno ritrovato la forza di reagire, sono stati creati molti posti di lavoro. L’accoglienza che ha avuto Giorgia Meloni in ogni visita all’estero valorizza il ruolo del nostro Paese. tutt’altro che isolato, come invece sbandieravano Pd e compagni. Ora c’è un altro nodo da sciogliere, quello del Mes. In Europa cresce la pressione sull’Italia per ratificare la riforma. Sul fondo europeo Salva-Stati la posizione di FdI e del governo è chiara e non da oggi. Così come è stato concepito, il Mes è obsoleto, va corretto affinché diventi «uno strumento effettivamente capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie». Il presidente del Consiglio ha ribadito anche recentemente come la pensa. Ora Bruxelles torna in pressing con il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe che chiede ancora una volta di «andare avanti».
Foti: “Mes superato. Utile valutare strumenti più efficaci”
Ci sarà questa ratifica? E quando? «Chiariamo due fatti», precisa Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, all’Adnkronos, «La ratifica della riforma del Mes cade in un momento in cui la situazione economica internazionale è profondamente cambiata rispetto a quando la stessa venne approvata; al punto da poterla ritenere fondatamente superata». Inoltre, puntualizza, «ratificare la riforma non vuol dire fare ricorso al Mes. È in corso una riflessione al governo, proprio perché il Mes appare come uno strumento obsoleto, pensato – come detto – per un’altra fase storica. In conclusione, appare più utile valutare strumenti più efficaci di sostegno agli Stati».
Urso: «Abbiamo smentito i profeti di ventura»
Al momento, fondamentali sono le cifre che fotografano la ripresa economica del nostro Paese. «Abbiamo smentito i profeti di sventura che dicevano che con il nuovo governo avremmo rischiato molto», afferma Adolfo Urso. «Questo non è accaduto, lo spread è contenuto e la Borsa italiana è è andata bene, nonostante in questi giorni ha risentito della crisi delle banche internazionali. Le imprese hanno manifestato una resilienza e una capacità di adattamento e di rilancio degli investimenti. L’occupazione è continuata a crescere. La reazione del sistema produttivo italiano, anche per quanto riguarda la crescita dell’occupazione, è stata migliore nei primi due mesi dell’anno. Migliore sia per quanto riguarda Il Pil, sia per quanto riguarda l’occupazione abbiamo fatto meglio di altri paesi europei».