Migranti, 500 a rischio su un barcone, le Ong ordinano: intervenite subito. Lampedusa: 2000 arrivi in 24 ore
Migranti, è emergenza continua. Dopo una tragedia sfiorata nella notte a largo di Lampedusa, il telefono Alarm Phone è tornato a squillare. La linea di soccorso civile ha segnalato: «Siamo in contatto con 500 persone che si trovano a bordo di un’imbarcazione partita dalla Libia – scrive nei suoi canali social –. Ci hanno chiamato dalla zona Sar italiana. Abbiamo allertato le autorità. Avviate subito le operazioni di salvataggio, non perdete tempo».
Migranti, peschereccio con 500 persone in difficoltà: e le Ong danno ordini
Immancabile, poi, a ridosso dell’allarme, l’intervento di capomissione di Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini. Che torna a chiamare in causa subito la macchina dei soccorsi italiana, intimando: «Alarm Phone ha segnalato da stamattina presto una situazione di grave pericolo per 500 persone che si trovano a bordo di un motopeschereccio al largo della Sicilia, nel Mare Jonio. Tutte le autorità competenti sono state tempestivamente avvisate». E ancora. «Non è una operazione di polizia che serve», incalza l’ex antagonista. Concludendo, nel dettare condizioni e tempi: «Non c’è un minuto da perdere».
Migranti, è emergenza continua dalla Puglia alla Sicilia
Emergenza continua si diceva. E agli ordini delle Ong. Intanto, infatti, al porto di Brindisi è arrivata la nave Life Support di Emergency, da cui sono sbarcate le 105 persone soccorse nella notte tra il 6 e il 7 marzo, al largo della Libia, in acque internazionali. I migranti salvati sono africani, di diverse nazionalità. 59 uomini, 16 donne di cui una incinta, 30 minori di cui solo sei accompagnati. Sono stati soccorsi e tratti in salvo su un gommone di poco più di dieci metri, in avaria nel mare Mediterraneo. A pieno regime tutta la macchina dell’accoglienza. Nel frattempo, a Lampedusa l’hotspot è nuovamente al collasso: nella più grande delle Pelagie gli sbarchi si susseguono senza sosta.
Lampedusa senza tregua: 562 sbarcano nella notte
Non c’è tregua a Lampedusa, dove da giorni gli sbarchi si accavallano inesorabilmente. Trentasei ieri, con 1.638 migranti arrivati in 24 ore. Già 13, con 562 persone, quelli registrati a partire dalla mezzanotte. E sino all’alba, con le motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza impegnate in un vero tour de force. Due gruppi di 46 e 41 migranti sono riusciti a raggiungere direttamente l’isola e sono stati bloccati alla Guitgia e a Cala Madonna. Le altre carrette del mare, invece, sono state intercettate in acqua, a una distanza compresa tra le 11 e le 30 miglia dalle coste dell’isola. Il gruppo più consistente, 103 persone, tra cui 9 donne, è stato bloccato dai militari delle Fiamme gialle quando era già dentro il porto.
Sull’isola, oltre 2000 arrivi in poco più di 24 ore
Per tutti dopo i primi controlli sanitari è stato disposto il trasferimento nell’hotspot di contrada Imbriacola, ormai al collasso. Nonostante i trasferimenti disposti ieri dalla Prefettura di Agrigento d’intesa con il Viminale – l’ultimo in serata con 407 imbarcati sul traghetto che all’alba ha raggiunto Porto Empedocle –, la situazione nella struttura resta insostenibile. Sono oltre 2.500 gli ospiti a fronte di una capienza di poco inferiore ai 400 posti.
Migranti, emergenza Lampedusa: l’hotspot scoppia
Non solo. Nella struttura, dopo la raffica di arrivi delle ultime ore, la Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, lavora senza sosta ai trasferimenti per alleggerire la pressione sul centro, dove le condizioni per i migranti che arrivano dopo difficili traversate in mare, sono critiche. Ogni sforzo, però, sembra essere vanificato dagli sbarchi continui che costringono forze dell’ordine, operatori sanitari, volontari a un vero e proprio tour de force. Stamani, per esempio, altri 150 migranti sbarcati dovrebbero lasciare l’isola a bordo della nave Diciotti. Le cattive condizioni meteomarine, però, rischiano di rendere impossibili i trasferimenti a bordo dei mezzi di linea.