Migranti, il lavoro nell’ombra di scafisti e facilitatori. Tariffari, trattative e una garanzia: le Ong in mare
Migranti, il governo insiste su un nodo da sciogliere: quello che punta a stanare e neutralizzare figure nell’ombra giocano sulla vita di disperati. Che speculano, e molto, sul prezzo della traversata. Spesso a scapito della sicurezza e, in alcuni casi, lucrando pericolosamente su chi sacrifica tutto per ottenere “il servizio”. Un servizio pubblicato in queste ore da Il Giornale rende noto, attraverso le ricostruzioni che un facilitatore libico affida a un lungo post, trattative, tariffe, rischi e sfruttamento che gravano su chi affronta le traversate sui barconi in direzione dell’Italia.
Migranti, ecco come operano facilitatori e scafisti nel traffico di clandestini
Dunque, mentre proseguono i trasferimenti dall’hotspot di Lampedusa dove, dopo la raffica di approdi della scorsa settimana, le cattive condizioni del mare hanno bloccato gli arrivi. Uno stop che fa tirare un sospiro di sollievo alla macchina dell’accoglienza, visto che nell’hotspot di contrada Imbriacola, dopo il piano di trasferimenti massicci disposti nei giorni scorsi dalla Prefettura d’intesa con il Viminale, restano ancora 1.018 ospiti a fronte di una capienza di poco inferiore ai 400 posti. Con il premier Meloni che, in un passaggio del suo intervento all’assemblea nazionale della Cgil, ribadisce con fermezza che: «Aiutare i paesi africani a vivere bene con le risorse delle quali dispongono, rimane la più seria, strutturale, umana risposta anche al tema delle migrazioni».
Pubblicità social, tariffari e trattative: tutto sulla pelle di disperati
E ancora. Con il ministro della protezione civile e delle politiche del mare, Nello Musumeci, che parlando a margine del Festival euromediterraneo dell’economia in corso a Napoli, rilancia a sua volta sul tema immigrazione clandestina, asserendo: «Bisogna impedire e neutralizzare la mafia degli scafisti. E bisogna consentire che questi nostri fratelli disperati possano arrivare in Italia in sicurezza. Senza dover pagare 8mila o 9mila euro a questi delinquenti criminali, che li caricano su zattere senza neppure la certezza di poter arrivare vivi a destinazione».
Mafia degli scafisti: ecco come vengono calcolate le tariffe per le traversate
Insomma, mentre il governo rilancia la sua battaglia contro la mafia degli scafisti e il suo operato finalizzato a salvare vite umane. Con il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti che, a margine di un evento del partito a Via della Scrofa, rende nota la presenza in Rete «di una pubblicità sui social, in cui si sostiene che i viaggi sui barconi sono sicuri», Il Giornale pubblica un servizio sulle politiche di prezzo e sulle trattative, a proposito delle quali un facilitatore libico spiega in che modo vengono calcolate le tariffe per le traversate del Mediterraneo con rotta sull’Italia.
Migranti, il tariffario di un facilitatore libico
Lui si chiama Muhamad e dice di arrivare da Zuwārah, la città considerata l’hub delle partenze dei migranti per il nostro Paese. Sul suo profilo social posta foto di Milano, e si presenta come uno dei soggetti che organizza i “convogli” per l’Italia. Anzi, come scrive il quotidiano diretto da Sallusti, è colui che «si propone come persona di fiducia e seria alla quale affidarsi per effettuare il viaggio e le sue tariffe sono ben più elevate, proprio a riprova del fatto che cura, come dice in un altro post, “controlla tutto”».
«C’è chi tiene bassi i prezzi ma sovraccarica le imbarcazioni. Chi propone soluzioni “elitarie” ma prezzi più alti»
Dunque, come riferisce Il Giornale, mentre sponsorizza la sua “professionalità”, a proposito di prezzi della traversata e del traffico di clandestini, il facilitatore libico spiega anche, a suo parere, «una tariffa di 4-5mila dinari libici è eccessivamente bassa per il lungo percorso e i rischi che incombono su chi effettua la traversata. Non solo. Smentisce la narrazione secondo la quale il pagamento viene effettuato dopo la traversata: confermando che gli scafisti pretendono il pagamento prima di imbarcare». E una cosa appare subito chiara, e il servizio del quotidiano milanese, analizzando le chat dei facilitatori alle quali ha avuto accesso, la precisa già nell’incipit: «C’è chi tiene bassi i prezzi ma sovraccarica le imbarcazioni. Chi propone soluzioni “elitarie” con pochi migranti a bordo, ma prezzi più alti».
E come garanzia per i migranti che affrontano la traversata in mare: la presenza delle navi Ong nel Mediterraneo
«Poi ci sono quelli che nel prezzo includono i dispositivi di salvataggio, come camere d’aria (più economiche) o giubbetti di salvataggio che, però, nella maggior parte dei casi, richiedono un esborso supplementare». Costi elevati insomma, per giustificare i quali Muhamad fa alcuni esempi: «Immagina di fare un viaggio di 1000 chilometri. Io ti darò i dati dei mezzi trasporto utilizzati e i prezzi. Dimmi cosa scegli: immagina di essere nel deserto, senza una protezione, quindi potrebbero attaccarti: autobus, 20 ore e 10 dinari. Auto, 12 ore e 50 dinari. Un’auto veloce, 8 ore e 100 dinari. Motocicletta, 5 ore e 150 dinari. Aereo, 2 ore e 1000 dinari». Infine, come garanzia, per chi affronta la traversata in mare, anche lui – sottolinea – utilizza la presenza delle navi Ong nel Mediterraneo…