Migranti, Mantovano smonta punto per punto le balle della sinistra: “Nessuna divisione nel governo”
Nessuna spaccatura nel governo. A sedare i bollenti spiriti delle ricostruzioni tendenziose a proposito del dl immigrazione prodotto dal Cdm a Cutro é Alfredo Mantovano. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio risponde coon chiarezza a chi veicola l’immagine di un esecutivo diviso. Addirittura leggiamo un commento della dem Alessandra Moretti che si è spinta a scrivere di una Meloni “un passo indietro a Salvini sulle misure del dl”. Liquida tutti i retroscena più o meno fantasiosi il sottosegretario: “Ho letto di spaccature. Io nel mio ruolo presiedo il pre-consiglio, dove si esaminano le norme sotto il profilo tecnico. Non c’è stata nessuna spaccatura, ma, come è giusto e logico che sia, una discussione a più voci. Il decreto è passato all’unanimità”.
Mantovano alla “Stampa”: “Nessuna spaccatura nel governo”
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sfata un’altra circostanza che aveva indotto i giornaloni riuniti a parlare di un commissariamento del ministro dell’Interno Piantedosi. “Nessun mistero”, dice nell’intervista alla Stampa oggi in edicola a proposito dei maggiori poteri da affidare alla Marina militare. “La proposta -spiega- c’era, avanzata dalla Difesa. Ma poi, appunto ragionando, ci siamo resi conto che sarebbe stato un intervento spot, non organico. E che in una materia così delicata bisogna andare con cautela nel muovere le competenze di qua o di là. Quindi abbiamo rimandato la riflessione a un momento successivo”.
Migranti, Mantovano: rivedremo la legge Bossi-Fini
Nell’intervista non si lascia intimidire quando gli chiedono conto di un decreto “che doveva essere all’insegna dell’umanità ed è apparso come un ennesimo muro: di commi e codicilli, contro i migranti. «Ma non è così», risponde Mantovano. «La durezza c’è, ma è solo contro gli scafisti», dice. «Tutto il resto serve a facilitare gli ingressi legali. La nostra posizione è e resta equilibrata». Questo decreto è solo il primo atto della volontà del governo di rivedere l’intera normativa sull’immigrazione. Spiega il sottosegretario che in cantiere ci sarebbero anche le modifiche alla Bossi-Fini. «Un conto è un decreto urgente – spiega- altro è rimettere mano alla intera legge sull’immigrazione. Che ormai ha fatto il suo tempo, è stata rattoppata non so quante volte, ci sono gli articoli bis, ter, quater». La legge risale al 2002, riguarda una situazione ben diversa dall’oggi. All’epoca Mantovano, da sottosegretario all’Interno, è stato uno dei padri di questa legge. Ma , pur difendendola, va da sé che la consideri inadatta a rispondere ad esigenze mutate e alla dimensione globale che ha assunto l’immigrazione. «Ormai è diventata una legge-arlecchino. Bisognerà fare qualcosa di nuovo, ma con calma e in maniera articolata».
“Perseguire gli scafisti è possibile”. Mantovano smonta le ironie sulle parole del premier
Rimette anche in riga chi stamane sui giornali fa dell’ironia sugli scafisti da inseguire e perseguire nell’intero orbe terracqueo. Anche Travaglio dedica un editoriale sprezzante su questa affermazione del premier sul Fatto. Come si fa ad attuarla? «Con accordi di cooperazione giudiziaria e di polizia», risponde Mantovano. Anche con Paesi lontani come Pakistan, Bangladesh o Turchia, gli chiedono nell’intervista? «Io penso di sì. Molti Stati hanno tutto l’interesse che noi, ogni anno, facciamo entrare 3.000 o 5.000 loro cittadini. Le rimesse degli emigranti aiutano un bilancio dello Stato prima ancora che le famiglie. Quindi noi li aiuteremo con i visti, loro con la lotta ai trafficanti».
Migranti, Mantovano: “Voi giornalisti sempre alla ricerca del colpevole”
Un’altra stoccata Mantovano l’assesta a chi, nonostante le spiegazioni sulla tempistica della tragedia di Cutro, vuole scovare eventuali falle nella catena di comando dei soccorso. «Voi giornalisti andate sempre alla ricerca del colpevole. Come sono andate le cose, il ministro Piantedosi l’ha spiegato fin troppo bene. Ma vedo che non vi accontentate mai». Ancora una “provocazione”: c’è chi vede nel dl una forte impronta salviniana. Domanda: “Avete cancellato la protezione speciale, quella che un tempo si chiamava umanitaria; e che era un forte ombrello per dare asilo a chi bussa alla nostra porta. «Sbagliato- fa notare- . Il permesso speciale non è stato cancellato. Quando avrete i testi, potrete verificare. La protezione speciale a chi fugge da persecuzioni politiche, religiose, sessuali, rimane. D’altronde lo prevedono norme internazionali. Sparisce solo un caso particolare legato alle famiglie».
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