Minori, Roccella: “Il problema è uno solo, l’utero in affitto. Vogliamo colpire questo mercato”
“Il problema è uno solo: la maternità surrogata, che preferisco chiamare utero in affitto”. Lo ribadisce forte e chiaro il ministro Eugenia Roccella. E’ questo il nocciolo del problema che la canea della sinistra tenta di ignorare. E’ questo il vero problema alla base sia del recente no alle trascrizioni, sancito dalla Cassazione e recapitato dal Prefetto al Comune di Milano; sia del voto con cui la commissione Politiche europee del Senato ha respinto la proposta di regolamento Ue per il riconoscimento del certificato di filiazione. Che prevede che la genitorialità riconosciuta in uno Stato membro si estenda automaticamente a tutti gli altri Stati comunitari. E’ questo il vero mercato che si intende colpire, non certo gli omosessuali. Eppure, sabato la sinistra tornerà in piazza a protestare contro il governo definito “oscurantista”.
Minori, Roccella: L’utero in affitto è una compravendita della genitorialità
Il ministro per la famiglia e la natalità spiega: “Perché è più chiaro che c’è una compravendita della genitorialità: un vero e proprio mercato. I bambini di coppie di uomini omosessuali nascono con l’utero in affitto. La questione è se vogliamo legittimarlo oppure no”. Risponde così in un’intervista al Corriere della Sera. Commentando la decisione del prefetto di Milano di chiedere al sindaco Sala di sospendere le trascrizioni dei figli delle coppie gay. Si tenta di obiettare che sono più le coppie eterosessuali che ricorrono alla maternità surrogata. Perseverando nell’equivoco: “Non è un problema di omosessuali o eterosessuali: è molto sbagliato pensare che chi è contro questo mercato voglia colpire gli omosessuali – chiarisce Roccella- : vorrei che non si confondessero proprio le due cose: l’utero in affitto e l’orientamento sessuale, le scelte sessuali delle persone. È la pratica dell’utero in affitto che va combattuta anche a livello internazionale”.
Roccella: “Nessuna discriminazione dei bambini delle coppie gay”
C’è un altro elemento che il ministro rimette nella giusta carreggiata: la tutela dei bambini che, venuti al mondo, ora vivono con due papà o con due mamme. Che fare per loro? «Non mi sembra che ci sia una discriminazione nei confronti di questi bambini – chiarisce-. Soprattutto dopo la sentenza della Corte costituzionale sulle cosiddette adozioni in casi particolari. Con cui si inserisce completamente il bambino nel nucleo familiare». Per “adozione particolare” si intende la step child adoption che dalla legge sulle unioni civili è stata stralciata. «È quello che dice la Cassazione– ribatte Roccella- : in questi casi si deve passare dalla valutazione del giudice. I giudici hanno il compito di verificare che il rapporto con l’altro genitore non biologico ci sia davvero e sia continuativo. Questo una legge che attiva un procedimento automatico non lo può fare. Ma poi stiamo parlando sempre dello stesso problema». Appunto, l’utero in affitto.
“Vogliamo a combattere l’utero in affitto a livello internazionale”
Pertanto, «se una persona va all’estero a fare la pratica dell’utero in affitto; e sa benissimo che in Italia c’è una legge che garantisce che il bambino sarà figlio del committente — voglio chiamarlo committente, è un mercato — così non lo combatti il problema». Non è certo la considerazione ‘tanto ci va lo stesso, a mettere in difficoltà il ministro. «Ma se noi regolarizziamo tutto- dice- incrementiamo questa pratica. E noi invece vogliamo combatterla a livello internazionale, facendolo diventare un reato universale. Un emendamento contro l’utero in affitto proposto in Europa è stato bocciato. Non votato da Elly Schlein». La linea del governo è chiara, come anche quella delle leggi vigenti.
“E’ la pratica dell’utero in affitto che nega due genitori”
“Io penso che singolarmente un papà o una mamma omosessuale possono essere una splendida mamma o uno splendido papà- chiarisce- . Ma si deve valutare il maggior interesse per il bambino, i suoi diritti. Come il diritto all’origine. Ai bambini figli di coppie omosessuali questo diritto viene negato perché hanno un solo genitore biologico. L’altro genitore è stato volutamente cancellato. Con l’utero in affitto vengono negati due genitori (la donna che vende l’ ovocita e quella affitta l’utero). Ormai per tutto questo abbiamo smarrito alcuni termini. La parola mamma non si può più dire».