Morte di Gianni Minà. Meloni: “L’Italia perde un grande giornalista, rispettato da tutti”
«Addio a Gianni Minà, un vero professionista amato e rispettato da tutti. L’Italia perde un grande giornalista e un uomo di profonda cultura. Che la terra ti sia lieve», lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo la scomparsa del giornalista.
Il cordoglio è unanime e particolarmente sentito per la scomparsa di uno dei giganti della comunicazione italiana. Minà, che avrebbe compiuto 85 anni il 17 maggio, è morto ieri una clinica romana dopo una “breve malattia cardiaca”, come annunciato dalla famiglia sui canali social.
Assunto in Rai nel 1976, “dopo 17 anni di precariato” come sottolinea nella sua biografia, era stato assunto al Tg2 diretto da Andrea Barbato e aveva incominciato a raccontare la grande boxe e l’America dello show-business, ma anche i conflitti sociali delle minoranze. Comincia in quegli anni anche i reportage dall’America Latina che hanno caratterizzato la sua carriera. Alla Rai lega una serie di interviste e di documentari indimenticabili e irripetibili. Centinaia di reportage, di programmi tv e documentari su Muhammad Alì, Che Guevara, Fidel Castro, il subcomandante Marcos, Diego Armando Maradona.
«È stato un giornalista innovatore», scrive su Twitter Antonio Tajani. «Sport, politica, cultura ciò che raccontava – ricorda il ministro degli Esteri – lo faceva con passione, i suoi documentari e le sue interviste hanno segnato la storia del giornalismo. Con la sua scomparsa ci lascia una grande eredità. Riposi in pace».
«Perdiamo un giornalista originale, attento e mai banale, un uomo che amava la cultura. Ciao Gianni», ha scritto su Twitter il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano.
Gianni Minà nel ricordo di Giovanni Minoli
«La sua non era un’agendina era un’agenda che pesava un chilo, con i nomi di tutti gli uomini di spettacolo e di sport del mondo, che lui poteva chiamare, che gli rispondevano e che venivano in trasmissione. Con lui abbiamo fatto 8 anni tra Mixer e Blitz, che è diventato il programma alternativo della domenica in cui sono venuti tutti gli ospiti più incredibili del mondo chiamati da lui. Ricordo da Cassius Clay a Robert De Niro, insomma chiunque». In una testimonianza rilasciata a RaiNews24, Giovanni Minoli – l’ex direttore di Rai2 che fu produttore dei suoi programmi – ricorda così Minà.
La passione per il Sud America
Minoli evoca la sua passione «per la grande musica sudamericana e per la cultura sudamericana che lo ha portato poi a fare quella clamorosa intervista a Fidel Castro», ma anche quella per la storia della boxe: «Un grande amore per la boxe che lo ha portato a fare dodici puntate per noi di Mixer sulla boxe». E l’amore per il Torino, di cui era «una grande tifoso». «Insomma – prosegue Minoli – Gianni era un grande giornalista, un grande uomo a tutto tondo che la Rai non ha sfruttato e non ha valorizzato al meglio di quel che poteva darci. Era un grande raccontatore, un affabulatore eccezionale, che colpiva per la sua capacità di cogliere il cuore delle persone e di entrare in empatia diretta con tutti i grandi della terra, dello spettacolo, dello sport».
Cosa fare per non disperdere il patrimonio e i tanti insegnamenti che ci lascia? «Basterebbe rimandare in onda le 12 puntate che aveva fatto di Blitz. Lì dentro c’era il miracolo di quello che faceva la televisione di quell’epoca, in quegli anni ’80», conclude Minoli.
Il progetto Minà’s uncut: un patrimonio che non va perduto
Loredana Macchietti, moglie ma anche giornalista e manager del marito, nei mesi scorsi ha lanciato il progetto Minà’s Rewind. Il progetto prevedere il raggruppamento di tutto il materiale. Minà, infatti, ha usato la parte migliore delle sue interviste registrate. E il resto? Nel suo magazzino. Perle nascoste dal tempo e che varrebbe la pena riscoprire.
Minà’s uncut è un lungo viaggio, costruito con i materiali più diversi inerente la produzione di Gianni Minà secondo un ordine ragionato, cronologico e/o di settore (giornalistico, sportivo, culturale, musicale, ecc.) da ospitare sul sito giannimina.it, e sui suoi canali social ufficiali.
Questo progetto è parte di un progetto più ampio basato sulla memoria di Gianni Minà, costituita dai suoi articoli, libri, interviste, documentari, partecipazioni, numeri di Latinoamerica.
L’ambizione è trasformare il suo sito in una piattaforma di pensiero attivo, archivio un’isola dove trovare informazione verificata. Un patrimonio culturale che non può andare disperso.
Non discuto la sua professionalita’ e cultura, pero’ troppo vicino a personaggi pericolosi come Fidel Castro. Meglio quando intervisto’ Pino Daniele e Massimo Troisi