Munizioni carenti, 120.000 soldati uccisi e coscritti inesperti: in Ucraina dubbi sull’offensiva di primavera
Munizioni carenti, 120.000 soldati uccisi dall’inizio del conflitto e coscritti inesperti sono i problemi più pressanti che sta affrontando in questi mesi l’Ucraina dove serpeggia, secondo un’inchiesta del Washington Post, un certo pessimismo e si fanno strada dubbi sull’effettiva capacità di poter mettere effettivamente in campo la tanto attesa offensiva primaverile.
La qualità delle forze militare ucraine, un tempo considerata un punto di forza sostanziale rispetto alla Russia, si è degradata nel corso di un anno di guerra, di feriti e vittime, che ha ridotto il numero dei più esperti presenti sul campo di battaglia. Tanto da far dubitare alcuni funzionari ucraini dell’immediata capacità di Kiev di organizzarsi nei prossimi mesi ora che il Paese si lascia alle spalle un inverno problematico, con le ridotte capacità del Paese dopo gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche.
L’analisi, del Washington Post, sottolinea che secondo le stime di “funzionari statunitensi ed europei, fino a 120mila soldati ucraini sono stati uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione della Russia, rispetto ai circa 160.000 da parte russa.
Ma Mosca ha un esercito molto più numeroso e una popolazione circa tre volte più grande dalla quale attingere per richiamare i coscritti.
L’Ucraina mantiene il massimo riserbo sul numero delle sue vittime, anche ai suoi più fedeli sostenitori occidentali”.
“Cifre a parte – prosegue il giornale statunitense – l’afflusso di coscritti inesperti, introdotti per colmare le perdite, ha modificato il profilo delle forze ucraine, che soffrono anche di una carenza di munizioni di base, dai proiettili di artiglieria alle bombe di mortaio, secondo il personale militare sul campo”.
“La cosa più preziosa in guerra è l’esperienza di combattimento“, scrive il quotidiano citando un comandante di battaglione della 46a brigata d’assalto aereo, identificato con il solo indicativo di chiamata, Kupol, in linea con il protocollo militare ucraino.
“Un soldato sopravvissuto a sei mesi di combattimento e un soldato uscito da un poligono di tiro sono due soldati diversi. Come cielo e terra. E ci sono solo pochi soldati con esperienza sul campo“, ha aggiunto Kupol. “Purtroppo sono già tutti morti o feriti“.
Un pessimismo palpabile, anche se per lo più tacito, quello che si registra in Ucraina. Una sfiducia che, dalle linee del fronte, ha raggiunto le stanze del potere a Kiev, la capitale. L’incapacità dell’Ucraina di eseguire una controffensiva tanto pubblicizzata alimenterebbe peraltro nuove critiche verso gli Stati Uniti e i loro alleati europei, in particolare “per aver aspettato troppo a lungo, fino a quando le forze non si erano deteriorate, per approfondire i programmi di addestramento e fornire veicoli corazzati da combattimento, inclusi i carri armati Bradley e Leopard“.
L’attuale situazione sul campo di battaglia – osserva peraltro il giornale citando un funzionario statunitense – “potrebbe non riflettere un quadro completo delle forze ucraine, perché Kiev sta addestrando separatamente le sue truppe per l’imminente controffensiva e le tiene deliberatamente lontane dai combattimenti in corso, inclusi quelli per la difesa di Bakhmut“.
Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, assicura che lo stato delle forze ucraine non incide sul suo ottimismo circa una prossima controffensiva. “Non credo che abbiamo esaurito il nostro potenziale“, afferma.
“Penso che in ogni guerra arrivi un momento in cui è necessario preparare nuovo personale, che è quello che sta accadendo proprio ora”.
E la situazione per la Russia potrebbe essere peggiore, si legge ancora sul Washington Post, che ricorda come durante una riunione della Nato il mese scorso, il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace abbia affermato che il 97% dell’esercito russo era già schierato in Ucraina e che Mosca stava subendo “livelli di logoramento da prima guerra mondiale“.