Naufragio in Libia: 30 dispersi. Le Ong tirano in ballo l’Italia. Tajani: “Non lasciamo indietro nessuno”
Un gommone con circa 50 migranti a bordo si è rovesciato davanti alle coste della Libia: ci sarebbero almeno 30 dispersi.I migranti avevano contattato Alarm Phone che a sua vola ha segnalato la presenza al Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, a quello maltese e a quello libico.
L’imbarcazione è stata localizzata in area Sar libica a circa 100 miglia dalle coste del paese nordafricano. Il gommone, successivamente, è stato avvistato dal mezzo aereo Seabird che ha effettuato una chiamata di soccorso contattando il mercantile Basilis L che si è diretto verso il barchino.
Il gommone era a 100 miglia dalle costa della Libia
La Guardia Costiera riferisce di 30 dispersi e 17 sopravvissuti del gommone recuperati da un mercantile. L’allarme era stato lanciato dalla ong Mediterranea Saving, secondo cui l’Italia aveva assunto il coordinamento Sar e dato istruzioni di intervenire a tre navi mercantili, che invece “si sono limitate a osservare per 24 ore”. Mentre ‘non risultano mobilitate le navi militari nell’area per Eunavformed e Irini’.
Alarm Phone accusa le autorità italiane di aver ‘consapevolmente ritardato i soccorsi’ e di averli così ‘lasciati morire’. Una versione nettamente smentita dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “L’Italia non lascia mai nessuno senza soccorso”,
“Risulta francamente irrealistico, ancora di più dopo la tragedia di Cutro, che, a fronte di una richiesta di soccorso, le navi italiane non siano intervenute”, afferma il capo politico di Noi Moderati, Maurizio Lupi sul gommone affondato in Libia. “Solo nei giorni scorsi – ricorda Lupi – sono state salvate da Marina e Guardia Costiera oltre 1400 persone. Le vite umane vanno sempre salvate e l’Italia è in prima fila da sempre, ma si sta conducendo una campagna politica vergognosa sulla pelle dei migranti e sulle tragedie. Il nuovo naufragio al largo delle coste libiche conferma l’urgenza di un forte impegno dell’Europa, così come chiesto dalla presidente Meloni. Non è il momento delle polemiche strumentali, delle accuse e delle insinuazioni vergognose, ma quello della responsabilità comune”.
La ricostruzione della Guardia Costiera
“Nella notte dell’11 marzo, “Watch the Med – Alarm Phone” segnalava al Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, a quello maltese e a quello libico una barca con a bordo 47 migranti, in area Sar libica a circa 100 miglia dalle coste libiche. Successivamente l’unità veniva avvistata dal velivolo “Ong Seabird 2” il quale procedeva ad inviare una chiamata di soccorso e contattava il mercantile “Basilis L” che confermava di dirigere verso il barchino. Tutte le informazioni venivano fornite anche alle Autorità libiche e maltesi. Il mercantile “Basilis L” comunicava di avere il barchino a vista, fermo alla deriva, e di avere difficoltà a soccorrerli a causa delle avverse condimeteo in zona”. Ne dà notizia la Guardia Costiera.
“Le Autorità libiche, competenti per le attività di ricerca e soccorso in quell’area, a causa della mancanza di disponibilità di assetti navali, chiedevano il supporto, così come previsto dalle Convenzioni Internazionali sul soccorso in mare, del Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma che, su richiesta delle autorità libiche, inviava nell’immediatezza, un messaggio satellitare di emergenza a tutte le navi in transito. La Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma, oltre al mercantile “Basilis L” che rimaneva vicino al barchino, inviava 3 mercantili presenti in zona verso il natante in difficoltà. Le operazioni di trasbordo dei migranti iniziavano alle prime luci dell’alba da parte di uno dei 4 mercantili che avevano raggiunto il barchino in difficoltà. Durante le operazioni di soccorso da parte della motonave “Froland”, il barchino durante il trasbordo dei migranti si capovolgeva: 17 persone venivano soccorse e recuperate dalla nave mentre risultavano dispersi circa 30 migranti. Due dei migranti recuperati a bordo dalla motonave “Froland” che dirige verso l’Italia, necessitano di assistenza medica e, pertanto, il mercantile dirigerà dapprima verso Malta per lo sbarco delle due persone per le urgenti cure mediche”.
Le operazioni di ricerca dei migranti dispersi “continuano con l’ausilio dei mercantili presenti in zona, con ulteriori due mercantili che stanno raggiungendo l’area di ricerca e col sorvolo di due assetti aerei Frontex. L’intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell’area di responsabilità Sar italiana registrando l’inattività degli altri Centri Nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area”.
Mi chiedo se anche questa volta,non avendo altri argomenti,la sinistra si prendera la soddisfazione di denigrare l’Italia e con lei il governo,non va proprio giu che hanno perso le elezioni
Le ONG si vogliono vendicare con il governo perchè con il nuovo decreto sono state tagliate fuori dal business dei passaggi gratis che fornivano a questi poveri disperati previo appuntamento telefonico con gli scafisti in mezzo al mare Mediterraneo per cui adesso, ogni volta che ci sarà un problema, sarà colpa del governo Meloni.
Perchè tutto questo scandalo, normale, chi parte lo sa che rischia la vita. Devono esserci morti per cambiare, come agli incroci giudicati pericolosi per anni e solo dopo alcuni morti diventano rotonde, ma nessuno accusa il comune di competenza di strage, neanche la sinistra & C. L’Italia non è l’Impero Romano e non può risolvere i problemi dell’Africa. Ora con il nuovo governo si vede il cambiamento; se si puà si fa se no amen, provveda qualcuno.