Nicola Calipari: 18 anni fa la morte del funzionario del Sismi, ucciso a Baghdad dal “fuoco amico”
“Nicola Calipari perdeva la vita 18 anni fa a Baghdad nel corso dell’operazione volta a liberare la giornalista italiana Giuliana Sgrena. Da valoroso servitore dello Stato ha anteposto la Patria e la liberazione di un ostaggio alla sua stessa vita. Il suo gesto è stato un generoso atto di coraggio di cui ancora oggi teniamo memoria. Nicola Calipari resterà un esempio per tutti noi”. Così il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, tra i numerosi esponenti istituzionali a ricordare il sacrificio del funzionario del Sismi.
“Calipari è stato un valoroso ed esemplare funzionario – dichiara il sottosegretario con delega ai Servizi Alfredo Mantovano – prima nella Polizia di Stato poi nei Servizi: ma quanto accaduto il 4 marzo 2005 ne attesta una generosità che giunge al sacrificio estremo pur di salvare una vita e adempiere al proprio ruolo”. Per la sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro (FdI), “Calipari è l’esempio di un servitore dello Stato che ha fatto del dovere una scelta di vita, che ha onorato fino all’estremo sacrificio per difendere la sicurezza dei cittadini e i valori supremi della libertà e della difesa della Patria”.
Nicola Calipari, morto per portare in salvo la giornalista Giuliana Sgrena
Il 4 marzo 2005 guidava una piccola squadra che, nel pieno del conflitto iracheno, subito dopo aver contribuito alla liberazione di Giuliana Sgrena, stava accompagnando la giornalista in aeroporto dove un aereo l’avrebbe riportata in patria. Calipari, quando l’auto su cui viaggiavano fu raggiunta dai primi colpi di fucile sparati da un checkpoint statunitense, per proteggere l’ostaggio appena liberato, si gettò con il proprio corpo sulla Sgrena e venne colpito mortalmente alla testa.
La cerimonia alla Questura di Roma
Oggi si è svolta anche una cerimonia nella sede della Questura di Roma, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il vice Capo della Polizia-Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie Prefetto Maria Luisa Pellizzari, il Prefetto di Roma Bruno Frattasi, il Vice Questore Vicario di Roma Mauro Baroni. Presenti anche i familiari e la vedova Rosa Maria Villecco. Davanti al bassorilievo in bronzo, raffigurante Calipari, è stata deposta una corona di allora in nome del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, il prefetto Lamberto Giannini.
«La professionalità e l’umanità con cui ha sempre svolto il suo lavoro – si legge in una nota della Questura di Roma – sono sempre vive nel ricordo di quanti hanno avuto la fortuna di lavorare con lui».