Caos Pd: Bonaccini dà l’aut aut a Schlein, ma 21 parlamentari lo mollano. Nasce una nuova corrente
Alla vigilia della riunione di deputati e senatori, che si terrà lunedì, e dell’elezione dei capigruppo, attesa per martedì, la guerra nel Pd è più aperta che mai e porta con sé la nascita di fatto di una nuova corrente, il cui nome provvisorio sarebbe Ulivisti 4.0. A farne le spese, allo stato attuale, è Stefano Bonaccini: la nascita della nuova area, infatti, è trapelata nel giorno in cui lo sconfitto al congresso ha riunito i “suoi” per fare il punto sulle trattative per i nuovi assetti interni al partito, proprio a cominciare dalla partita dei capigruppo. In 21 hanno disertato il vertice tenuto in video conferenza.
Chi sono i parlamentari che hanno dato il benservito a Bonaccini
Tra gli assenti alla riunione si registrano i senatori Marco Meloni, Antonio Nicita, Nicola Irto, Enrico Borghi, Lorenzo Basso, Silvio Franceschelli; i deputati Andrea Casu, Marco Simiani, Stefano Graziano, Anna Ascani, Toni Ricciardi, Matteo Mauri, Irene Malavasi, Irene Manzi; l’europarlamentare Pina Picierno. “Ma ci sono altri parlamentari, che non hanno sostenuto Bonaccini, che condividono le nostre posizioni”, ha spiegato uno degli “Ulivisti 4.0” all’agenzia di stampa Adnkronos.
Una riunione senza dibattito
La riunione di Bonaccini con i suoi è stata, in realtà, di fatto un monologo: il presidente ha interdetto il dibattito, sostenendo che sarebbe stato su “un quadro che manca di troppi elementi”. “Userei il tempo che ci separa a lunedì per andare a chiuderli, a vedere qual è la proposta complessiva che Elly fa”, ha detto Bonaccini ai suoi temendo probabilmente che l’incontro si trasformasse in uno sfogatoio. Forse sulla sua condotta, certamente su quella della segretaria, che pur avendo proclamato la volontà di dare vita a una gestione unitaria sembra invece decisa a procedere spedita per la sua strada. Insomma, unità sì, ma su ciò che decide lei. Che nel caso specifico è l’indicazione di Francesco Boccia e Chiara Braga come capigruppo al Senato e alla Camera.
Bonaccini: “A Elly mi sono sentito in dovere di consigliare prudenza”
Bonaccini ha più volte chiarito di non essere disposto a far passare così liscia la faccenda e anche la riunione di oggi è stata tutta orientata in questo senso. “Dopo il positivo passaggio dell’Assemblea nazionale del 12 sarebbe auspicabile che anche i prossimi passaggi si svolgessero in un clima di unità e collaborazione”, ha detto il presidente Pd. “Elly – ha proseguito – mi ha rappresentato il suo orientamento sui capigruppo la settimana scorsa e mi sono sentito in dovere di consigliarle subito prudenza. Non perché io creda che spetti a me dare pagelle sui nomi, ma perché penso che coi gruppi parlamentari vada costruito un rapporto positivo: da un lato rispettoso della linea uscita al congresso, ma al tempo stesso rispettoso dell’autonomia dei gruppi e degli orientamenti che ci sono”.
I “malumori” e le “scelte calate dall’alto”
“Costruire questa sintonia a me non pare così difficile se si fanno i passaggi giusti e non si calano dall’alto proposte chiuse e indiscutibili. Nei giorni scorsi ho sentito numerosi di voi ed ho registrato i malumori che sono emersi anche in queste ore. Ho ritenuto di rappresentare questo quadro problematico ad Elly perché ne tenesse conto”, ha spiegato ancora Bonaccini, che ai suoi ha detto che “il nostro compito non è organizzare i malumori e il dissenso, ma rappresentare ad Elly il quadro delle valutazioni che emergono, al solo fine di non sbagliare. E se ci riesce anche di individuare delle possibili soluzioni”.
Una trattativa che va avanti a oltranza, ma le cose si complicano
Di fatto si tratta a oltranza: “Mi sono detto disponibile anche nelle prossime ore a confrontarci per fare passi avanti, se siete d’accordo anche voi, in modo da arrivare a lunedì con un quadro più completo”. Come finirà, “dipende da noi, ma ovviamente dipende almeno altrettanto dalla segreteria”, ha detto ancora Bonaccini, che in più di un passaggio è sembrato parlare più a Schlein che ai “suoi”, ai quali di fatto non ha dato diritto di replica. È piuttosto evidente che si tratta di una strategia calibrata sulla possibilità di andare alla conta. Un percorso, però, che oggi per Bonaccini appare più accidentato alla luce delle defezioni registrate alla riunione e giustificate con la volontà di “mantenere la tensione unitaria”, frase che di fatto è lo slogan della nuova corrente degli Ulivisti 4.0, sebbene sul nome, hanno chiarito i protagonisti della scissione, non ci sia nulla di deciso.