Pd, Prodi bacchetta Schlein: «Il pugno chiuso? Ok, ma servono anche cuore e cervello»
La politica italiana cambia pelle, anzi genere: a destra Giorgia Meloni, a sinistra Elly Schlein. Il nuovo bipolarismo è tutto al femminile. Ma mentre la prima vi è arrivata con tanti voti e nessuna fanfara, la seconda è giunta alla guida del Pd sull’onda dei mille ismi che la sinistra è capace di sfornare. E ancora: se la Meloni sta dimostrando capacità di premiership, la Schlein deve ancora superare l’esame di leadership. E neanche le sarà così facile, almeno a sentire il giudizio agrodolce dato su di lei da Romano Prodi dagli studi de L’Aria che tira, su La7. «Se mi piace il Pd di piazza? Purché non sia solo di piazza», è infatti la risposta del Professore alla conduttrice Myrta Merlino.
Così Prodi a L’Aria che tira
Ancora più criptico, se possibile, il commento alla foto che immortala la Schlein che in piazza saluta alla comunista. «Va bene il pugno chiuso – concede Prodi -, ma al Pd servono anche un cuore aperto e un cervello fine». Come a dire che la declamazione identitaria non è sufficiente in assenza della definizione di un programma nel quale possa riconoscersi l’intero Pd. “E qua ti voglio”, sembra dire Prodi, che in qualche modo cerca di dare voce ai catto-dem, area politico-culturale dalla quale egli stesso proviene. E che oggi vive una fase di evidente disagio nella condizione di minoranza in un Pd tutto proiettato sull’affermazione del primato dei diritti civili. L’ex-ministro Beppe Fioroni se n’è già andato e c’è chi teme il contagio del suo esempio.
Il disagio dei catto-dem per la deriva laicista del Pd
Lette in tal senso, le parole di Prodi suonano come il classico “avviso ai naviganti“, la Schlein in questo caso, a non esagerare nello schiacciare eccessivamente il Pd su temi come quelli vagheggiati nel ddl Zan o lo stepchild adoption, strettamente imparentato – quest’ultimo – con la pratica dell’utero in affitto. C’è anche questo retropensiero nella testa di Prodi quando, a proposito del rinnovamento del Pd, condiziona il suo «sì» al fatto che «non sia solo di piazza», per poi aggiungere, non senza una venatura polemica, che «la politica non si fa solo in piazza ma si fa con l’analisi e lo studio». Nulla di esplicito, certo, ma sono sottolineature che fanno riflettere. E che autorizzano a pensare che il bello nel Pd (si fa per dire) comincia solo ora.