Pnrr, governo al lavoro con l’Ue per rimediare ai guai ereditati. Fitto: “Ridicolo incolpare noi”

29 Mar 2023 17:32 - di Federica Parbuoni
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Governo italiano e Commissione Ue hanno concordato una proroga di un mese per il rilascio della terza tranche dei fondi del Pnrr, richiesta il 30 dicembre scorso. Sia Palazzo Chigi sia Bruxelles hanno chiarito che si tratta di una decisione che non deve destare preoccupazioni e che è stata presa di comune accordo, ciascuna parte per effettuare verifiche su alcuni progetti che potrebbero presentare criticità e che erano stati approvati dal passato governo. Circostanze che, però, l’opposizione finge di non conoscere, lanciando allarmi sulla perdita dei fondi e accuse su una fantomatica “incapacità” dell’attuale esecutivo.

Fitto sul Pnrr: “Sono sereno e ottimista. Ridicolo incolpare l’attuale governo”

“Sono sereno, sono ottimista, l’unica cosa che non si può fare è il tentativo abbastanza ridicolo di attribuire a questo governo delle responsabilità”, ha detto il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, che ieri ha riunito la cabina di regia e ha dato mandato a tutti i ministri di fare le opportune verifiche sui progetti di competenza di ciascuno: “Quello che serve – ha spiegato ai membri dell’esecutivo coinvolti – non è una radiografia, ma una vera e propria risonanza magnetica di tutti i progetti Pnrr da qui fino alla scadenza del Piano nel 2026. È necessario che ogni ministero evidenzi chiaramente le criticità, ne spieghi le ragioni e individui delle soluzioni percorribili”.

Il governo al lavoro con Bruxelles per trovare soluzioni

Il ministro è tornato sulla questione anche oggi da Bruxelles, dove si trova per incontri istituzionali. “Timori non ce ne sono”, ha ribadito, sottolineando che nel “governo c’è la consapevolezza della situazione, sulla quale stiamo lavorando, molto serenamente”. Due i temi oggetto di verifiche: “La prima riguarda gli obiettivi per la fine del 2022, per ottenere la rata dei 19 miliardi”. “Abbiamo concordato con la Commissione Europea una proroga e lo abbiamo fatto per poter verificare alcune questioni”, che anche “la Commissione ha bisogno di verificare”. “Non si tratta di fare polemiche con nessuno, ma – ha sottolineato Fitto – di prendere atto del fatto che sono questioni evidentemente che riguardano il precedente governo, per il semplice fatto che noi ci siamo insediati in ottobre”. Dunque, “il governo sta lavorando per risolvere queste questioni d’accordo con la Commissione Europea”.

Il ministro: “Alcuni interventi non potranno essere realizzati entro giugno 2026”

Poi c’è una seconda questione, “che – ha detto Fitto – è collegata complessivamente al piano di ripresa e resilienza, per la quale leggo che vengono fatte interpretazioni particolari”. Il ministro, quindi, ha chiarito che “alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non possono essere realizzati, ed è matematico, è scientifico che sia così, dobbiamo dirlo con chiarezza e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa”.

Dal governo una scelta di “grande responsabilità”

“Qualcuno – ha aggiunto il ministro – parla di irresponsabilità: io penso invece che dietro questo atteggiamento ci sia invece grande responsabilità e senso di rispetto delle istituzioni, per evitare di immaginare che questioni che oggettivamente sono problematiche possano scoppiare come problemi tra un paio d’anni”. “Noi – ha aggiunto – stiamo facendo una verifica, e la faremo con la Commissione, perché lavoreremo con la Commissione europea per trovare una soluzione, tenendo conto, come è noto, che l’Italia avrà da RePowerEu la quota a fondo perduto riveniente dall’Ets” e che “avrà una parte percentuale” dei fondi di coesione, “ma non può utilizzare a debito ulteriori risorse”. “Il RePowerEu deve essere definito come un capitolo aggiuntivo del Pnrr”, ha quindi ricordato Fitto.

La Commissione Ue: “Apprezziamo i progressi compiuti dall’Italia”

A confermare che la proroga di un mese sull’emissione della terza tranche di fondi è frutto di un percorso concordato è stata anche la portavoce della Commissione Ue Veerle Nyts, che ha chiarito che il rinvio “non è inusuale” e già è avvenuto per altri Stati membri. Non solo, “la Commissione – ha aggiunto – apprezza i significativi progressi compiuti nelle ultime settimane e si augura di continuare a collaborare strettamente con le autorità italiane per affrontare tutti gli elementi in sospeso di questa complessa richiesta di pagamento”.

Le tre misure del Pnrr oggetto di verifica: tutte approvate dall’esecutivo precedente

Le misure oggetto di approfondimento sono in particolare tre, tutte approvate dal precedente governo: le concessioni portuali, le reti di teleriscaldamento, i Piani Urbani Integrati e nello specifico il “Bosco dello Sport” di Venezia e allo “Stadio Artemio Franchi” di Firenze. “Il governo – ha fatto sapere Palazzo Chigi – fornirà ulteriori elementi a sostegno dell’ammissibilità di tutti questi interventi, in particolare quelli previsti nei Piani Urbani Integrati di Venezia e Firenze” e “continuerà a lavorare in modo costruttivo con la Commissione Europea per garantire il positivo completamento delle attività di valutazione”.

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