Prof Usa cacciata dalla scuola: “Ho spiegato il David di Michelangelo e hanno detto che è pornografico”

24 Mar 2023 20:22 - di Laura Ferrari
David Michelangelo

La preside di una scuola media della Florida, Hope Carrasquilla, ha detto ai media Usa di essere stata costretta a dimettersi dopo una lezione sul Rinascimento nella quale aveva mostrato il David di Michelangelo. Per alcuni genitori la materia era “pornografica”.

A riportare la vicenda che ha dell’incredibile e ha molti aspetti poco chiari, sono alcuni media Usa, a partire dal Miami Herald. A dare l’aut aut alla professoressa Carrasquilla (dimissioni o licenziamento) è stato il presidente del comitato della Tallahassee Classical School, Barney Bishop, rappresentante dei genitori della scuola media pubblica della Florida. “I diritti dei genitori sono supremi, e questo significa proteggere gli interessi di tutti i genitori, che siano uno, 10, 20 o 50”, ha spiegato Bishop, rifiutandosi però di ufficializzare il motivo delle dimissioni.

“Il David di Michelangelo è porno”, la preside Carrasquilla costretta alle dimissioni

Secondo la preside, che era arrivata nella scuola pubblica da pochi mesi, il boicottaggio nei suoi confronti sarebbe legato a una lezione su Michelangelo. Un’argomentazione che ha destato molte perplessità. Possibile che in una scuola classica mai nessuno prima abbia mostrato agli allievi i capolavori dell’arte italiana?. Tanto per intenderci, sul sito ufficiale: “La Tallahassee Classical School allena le menti e migliora i cuori dei giovani attraverso un’educazione classica ricca di contenuti nelle arti e nelle scienze liberali, con l’insegnamento dei principi di carattere morale e della virtù civica”.

Oltre al David, considerato uno dei capolavori di Michelangelo e una delle più grandi sculture del Rinascimento, secondo la docente Carrasquilla, anche la Nascita di Venere del Botticelli o la Creazione di Adamo dello stesso Michelangelo avrebbero causato scontento nei genitori.

Quanto avvenuto nella capitale della Florida non è il primo caso del genere in Usa, dove la cultura in generale, anche nelle università, sta subendo la pericolosa deriva della censura e della cancel culture, anche da sinistra. Nel 2022, ad esempio, i tentativi di proibire alcuni libri nelle scuole e biblioteche pubbliche americane hanno raggiunto livelli record, secondo l’American Library Association, l’Associazione delle biblioteche statunitensi. Stando ai dati, lo scorso anno sono stati messi in discussione oltre 2.500 libri contro 1.858 nel 2021 e ‘solo’ 566 nel 2019. Non sono soltanto i conservatori a sollevare obiezioni (di solito contro contenuti Lgbtq+) ma anche i progressisti. Che ad esempio hanno preso di mira ‘Le avventure di Huckleberry Finn’ di Mark Twain per il linguaggio ‘razzista’. Arizona, Iowa,Texas, Missouri e Oklahoma hanno già presentato proposte di legge per vietare alcuni libri controversi.

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