Roccella chiarisce le idee a Schlein: «Chi nega l’identità di genere non difende le donne»
C’è un motivo preciso per cui il tentativo di fare di Elly Schlein «la paladina della donne, in contrapposizione a Giorgia Meloni, proprio non attacca»: «Non può difendere le donne chi nega la loro identità in nome della fluidità di genere». A sottolinearlo è stata il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, chiarendo che è vero che quella di Meloni e quella di Schlein sono due leadership femminili agli antipodi, ma non per il modo in cui lo racconta la sinistra.
Roccella: «Quella di Meloni è una leadership solida, non improvvisata»
«La leadership di Giorgia Meloni non è improvvisata: è solida, maturata in una militanza appassionata e tenace. Se dovessi sintetizzare il suo metodo in uno slogan, direi che Meloni sa governare da leader e non da follower», ha detto Roccella in un’intervista a Libero, ricordando che il premier «non insegue il consenso immediato, ma si assume la responsabilità di scelte difficili, spiegando agli italiani che queste scelte produrranno un risultato di lunga durata. È stato così per le accise, per il superbonus, per la politica estera. È la leadership solida di cui parlavo, e credo che sia la ragione per cui a sfondare il tetto di cristallo è stata una donna di destra. E per la stessa ragione, a differenza di altre “prime volte”, questa “prima volta” sta lasciando il segno».
Sulle donne Schlein «capovolge la realtà»
E «le primarie del Pd sono la paradossale dimostrazione del segno lasciato da questo governo: la vittoria di Elly Schlein è anche un prodotto dell’“effetto Meloni”», ha aggiunto il ministro, chiarendo che le accuse di Schlein a Meloni, secondo le quali il premier non si batterebbe per migliorare la condizione delle donne, «sono l’esatto capovolgimento della realtà». «Il governo lavora per migliorare la vita quotidiana delle donne, perché riconosce la loro identità, e quindi le loro esigenze. Elly Schlein invece – ha sottolineato Roccella – è fautrice della fluidità di genere, che ovviamente non c’entra nulla con l’orientamento sessuale. Se la differenza tra donna e uomo, che è a fondamento della comunità umana, annega nel mare del genere indifferenziato, come si può essere dalla parte delle donne? Il tentativo di fare della neo-segretaria del Pd la paladina della donne, in contrapposizione a Giorgia Meloni, proprio non attacca».
Roccella: «Chi nega l’identità di genere non difende le donne»
Così, pur aspettando Schlein, «alla prova dei fatti», per Roccella qualche «elemento di valutazione» su cosa aspettarsi «già lo abbiamo». «Nel parlamento europeo, ad esempio – ha ricordato – Schlein ha bocciato un emendamento per combattere l’utero in affitto, pratica alla quale evidentemente è favorevole. Un anticonformista autentico, come Pier Paolo Pasolini, temeva che la sinistra italiana avrebbe accolto la filosofia dei diritti individuali in un contesto di “ideologia edonistica e falsa tolleranza”, escludendo la marginalità e la vera diversità. Vedremo presto se aveva visto giusto».
La necessità di guardare alla specificità della maternità
«Non tener conto della specificità della maternità significa non cogliere il senso della differenza tra uomo e donna. E significa soprattutto non capire perché, in tante parti del mondo, le donne oggi vengono oppresse e penalizzate», ha proseguito il ministro, ricordando che la gravidanza, il parto, l’allattamento «restano un’esclusiva delle mamme» e che questo « non vuol dire schiacciare le donne sulla maternità, vuol dire esattamente il contrario: negando la differenza sessuale si finisce per limitare la libertà delle donne». «Se infatti non si prevedono strumenti specifici per una donna che voglia essere madre, mettendola nelle condizioni di poter avere i figli che desidera senza per questo chiudersi in casa, il risultato è che la donna dovrà scegliere fra la rinuncia al lavoro e la rinuncia alla maternità. È stato detto che è ingiusto trattare in modo diverso persone uguali, ma lo è anche trattare in modo uguale persone diverse. In una società costruita sull’uomo, dove l’organizzazione del tempo e degli spazi non considera la maternità, alle donne non resta che adeguarsi al modello maschile, e quindi non fare figli, oppure farli e rischiare di dover rinunciare al lavoro e alle aspirazioni».
Un governo dalla parte delle donne
Per questo, ha concluso il ministro, le donne «devono attendersi pieno sostegno da parte di un governo guidato da una leader politica che è anche mamma, e che conosce bene la fatica di conciliare le due cose. In pochi mesi, con un’emergenza energetica che si è mangiata decine di miliardi, abbiamo messo in campo risorse che hanno pochi precedenti. E la fase strutturale deve ancora venire. Vogliamo rendere le donne libere di esprimere il proprio potenziale, libere di essere se stesse. Non come una specie protetta dal Wwf, ma con la consapevolezza di essere la metà dell’umanità e una fonte di ricchezza per tutti».